The Economist, 17 gennaio 2009, 17 gennaio 2009
Il Canada si chiede preoccupato quanto durerà il periodo del petrolio a basso costo, cercando di capire quanto gli farà male
Il Canada si chiede preoccupato quanto durerà il periodo del petrolio a basso costo, cercando di capire quanto gli farà male. La caduta del greggio ha interrotto del tutto i progetti di estrazione del petrolio dalle sabbie bituminose, un metodo di estrazione molto costoso e inquinante che, col barile a questi prezzi è diventato insostenibile. La provincia del’Alberta produce due terzi del petrolio e del gas canadese, e ottiene dalle sabbie il 60% del suo greggio. Seduta su 173 miliardi di barili di petrolio, la regione fino a qualche mese fa sperava di diventare una specie di Arabia Saudita del Nord America. Oggi assiste al blocco di tutti i progetti multimiliardari. E anche se la crisi finisse, il Canada sa che non sarà facile andare avanti con questo business. Gli Usa erano grandi compratori del petrolio prodotto dalle sabbie, ma è in arrivo l’amministrazione Obama, piena di falchi ambientalisti. Nel Congresso la commissione energia è finita in mano a Henry Waxman, democratico ultra-ambientalista californiano che nel 2007 firmò una legge che voleva vietare al governo di comprare petrolio prodotto dalle sabbie bituminose. Il problema di questo sistema di estrazione è che inquina il terreno, dato che le sabbie emanano sostanze tossiche, inquina l’acqua usata nel processo di separazione del petrolio dalle sabbie e inquina l’aria a causa delle emissioni di diossido di carbone.