Andrea Torti, Capital Gennaio 2009, 17 gennaio 2009
LA VITA BLINDATA DEI NUMERI UNO
ANDREA TORTI PER CAPITAL DI GENNAIO 2009 (NUMERO 347)
Di fronte al terremoto finanziario che ha travolto il pianeta, tutti, giustamente, si preoccupano dei poveri, o al massimo dei redditi medi. Ma che cosa è accaduto ai detentori della vera grande ricchezza mondiale? Ad affliggere gli ultra Hnwi (High net worth individuals), i 1.125 miliardi che insieme riuniscono una fortuna di 4.400 miliardi di dollari, pari al doppio del pil francese, sono due ordini di problemi.
Il primo è ovviamente la crisi che ha investito la parte della loro ricchezza investita in borsa, pur senza mutare radicalmente il loro status. Gli ultraricchi (tra loro sempre meno nordamericani e sempre più appartenenti al cosiddetto Bric, cioè Brasile, Russia, India e Cina) costituiscono infatti un mercato in costante espansione, dove non ci si accontenta più degli articoli definiti masstiges (mass market e prestige), ma si esigono prodotti unici. Un iperlusso che arriva a pretendere elicotteri con sedili in cuoio firmati Hermés o sottomarini in miniatura per accostarsi comodamente ai propri yacht.
Il secondo ordine di problemi, in un mondo in cui regna l’insicurezza, è molto più grave e complesso, perché mette a repentaglio il benessere personale e della famiglia.
Anche la criminalità è globalizzata e ha scoperto come il settore più redditizio sia il sequestro di persona. Secondo gli esperti, infatti, le probabilità di un rapimento per riscatto di un top manager è aumentato del 100% solo negli ultimi sei anni e le prospettive di recessione rendono ancora più diffuso il fenomeno. Le zone più pericolose sono l’America Latina (soprattutto Messico e Colombia) seguita da Nigeria, Iraq, Afghanistan, Filippine e Somalia (compresa la pirateria nel Golfo di Aden).
Il paese più rischioso in assoluto, da questo punto di vista, è il Messico, dove sono sorte più di 10 mila società che offrono sicurezza ai privati, mentre nel solo stato di Chihuahua il numero delle guardie del corpo è aumentato del 300% e gli alberghi di lusso mettono a disposizione dei clienti vetture blindate. A livello mondiale l’entità media del riscatto di un ostaggio è di circa 800 mila euro, ma è in costante aumento tanto che in oltre 14 paesi del mondo si sono raggiunti sequestri da 25 milioni di dollari. L’assicurazione contro i rapimenti è quindi diventata un’assoluta priorità per le famiglie più ricche, specie quelle che viaggiano in paesi ad alto rischio. La polizza viene sottoscritta con una compagnia specializzata, in un quadro di assoluta confidenzialità, e il nome dell’assicurato non figura mai su nessun documento. La copertura del rischio deve essere molto completa. Così, per esempio, la polizza Kidnap & Ransom della Clements International fornisce assistenza legale e finanziaria alla famiglia del rapito ed eventualmente anche alla sua azienda, compie investigazioni indipendenti da quelle della polizia, e conclude negoziati e accordi con i sequestratori. In Gran Bretagna le compagnie più specializzate sono Chubb, Aig e i due sindycate dei Lloyd’s Travelers e Hiscos. I premi di base ammontano per gli individui a circa mille dollari l’anno ogni milione di copertura, e a 10 mila dollari per le aziende, ma la loro entità varia moltissimo in funzione del periodo di tempo e dell’ammontare della copertura e del paese in cui occorre la protezione.
Dato che in tutto il mondo si verificano annualmente più di mille rapimenti di top manager, la copertura aziendale, specie per le multinazionali che operano quasi sempre anche in paesi molto rischiosi, è diventata una necessità. In questi ultimi tempi in particolare i multimiliardari russi e arabi che viaggiano incessantemente in ogni parte del mondo sono diventati sempre più attenti alla scelta degli autisti delle loro auto blindate e degli equipaggi dei loro yacht: tutto questo personale deve essere sperimentato nelle operazioni di difesa armata. Un’esigenza nata nel 1997 quando la principessa Diana morì a Parigi perché l’autista della sua auto non era riuscito a seminare i paparazzi che la inseguivano. In Inghilterra la società McKenzie Arnold, con base nell’Essex, fornisce autisti che hanno servito nell’esercito, nella polizia o nel settore della security privata. Prima di essere pronti devono allenarsi per due anni sia nella difesa attiva e passiva con le armi, sia in uno speciale tipo di guida di auto blindate (le preferite sono le Range Rovers e le GWagen della Mercedes Benz). Noleggiare a Londra una di queste vetture costa 350 sterline ogni otto ore.
Quest’anno sono stati varati 253 super yacht e per il 2009 ne sono previsti altri 350, quindi la sicurezza sul mare diventa importante quanto quella sulle strade. L’ultima novità riguarda equipaggi addestrati alla difesa contro la pirateria in mare aperto dopo aver seguito un corso di otto settimane al Royal Naval Training School di Portsmouth. Un altro di questi corsi è stato organizzato dalla società privata Flagship Training per lo yacht da 285 piedi dell’oligarca russo Roman Abramovich, che però l’anno prossimo ne avrà uno nuovo, Eclipse, di 500 piedi, che richiederà un equipaggio di 400 uomini. Dopo un corso della durata di circa cinque giorni e del costo di 850 sterline un nostromo di super yacht può guadagnare 6 mila sterline al mese. Nel frattempo è in costante aumento la richiesta di guardie del corpo. «Il loro ruolo, però», spiega Laura Webber che dirige il Giobal Protecytion UK, società specializzata in questo campo, «è molto cambiato rispetto a dieci anni fa quando venne creata questa mia azienda». Solo alcune celebrità richiedono personaggi robustissimi, per la presenza e l’immagine, mentre la maggior parte delle aziende e dei multimilionari preferisce dotarsi di persone poco appariscenti che si possano mescolare agli invitati a una cena o a una festa senza farsi notare. Per questo motivo le donne vengono oggi considerate guardie del corpo più adatte degli uomini, oltre che più abili nel prevenire i conflitti. In Gran Bretagna il costo di una di queste guardie è di 625 euro al giorno, ma in caso di rischi particolari o di un soggiorno all’estero si sale normalmente a 950 euro.
Fred Burton, vice presidente per la security aziendale della Stratfor (www.stratfor.com), un’azienda del Texas, ha calcolato che il prezzo di un corso specializzato di sicurezza per un top manager e la sua famiglia, specie quando è previsto un loro soggiorno in paesi come Messico, Russia, Cina o India, può costare non meno di 400mila euro all’anno. Secondo Burton, molto spesso il problema da risolvere, furto di oggetti preziosi, tentativi di ricatto ecc., deriva dalla leggerezza con la quale viene assunto il personale specie quello straniero, senza una preventiva indagine. La stessa inadeguata attenzione da parte delle famiglie molto facoltose riguarda l’informatica, con il furto di dati sensibili, un settore criminale in forte ascesa. Anche abilissimi uomini d’affari sembrano non rendersi conto di come anche il più innocuo dato personale immesso in internet possa essere utilizzato per comporre il puzzle della identità. Alla base di tutti i casi di furti di dati sensibili, sostengono gli esperti di cyber security, vi è infatti quasi sempre un errore umano di superficialità e trascuratezza.