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 2009  gennaio 16 Venerdì calendario

TORINO PIU’ INDEBITATA D’ITALIA


Dei comuni più indebitati d’Italia il catalogo è questo: primo Torino, segue Milano, si classificano Trieste, Roma e Genova. A compilarlo una ricerca condotta da Civicum in collaborazione con il Politecnico di Milano che ha analizzato i conti di 23 comuni. Utilizzando «l’unico parametro sensato per confrontare comuni di grandezza differente, ovvero il debito pro-capite», come spiega uno degli autori della ricerca, Giovanni Azzone, il capoluogo piemontese non ha rivali quanto a debiti. Se infatti in termini assoluti è Roma la città che nel 2007 (anno cui fa riferimento la ricerca) ne presenta di più, pari a 8,5 miliardi di euro, a Torino (coi suoi totali 5,7 miliardi) ogni cittadino è mediamente indebitato per 5.781 euro, mentre il fardello dei milanesi (il totale di Milano è di 5,2 miliardi) si ferma a quota 3.997 euro. I triestini sono a quota 3.922 e i romani a 3.132. Una voragine separa dunque il primo e il secondo, e a Torino il divario è tanto più grande se si considera che l’indebitamento pro capite medio totale dei comuni messi sotto esame è di 2.151 euro.
Sotto la Mole c’è però un problema in più: si chiama ”indicatore di solidità”, termine ostico che calcola il rapporto tra i debiti contratti dal comune e i mezzi propri, vale a dire i beni posseduti. «Se il rapporto è superiore a uno, siamo in zona critica». E a Torino, con un 2,6, si accende la luce rossa. Perché - segnala il ricercatore - «in parole povere significa che il comune vive 2,6 volte più di soldi di altri che di soldi propri». Se si applica questo parametro, il secondo comune più a rischio è Roma, anche se con 1,1 «è quasi sulla parità». Anche la composizione del debito non gioca a favore di Torino (anche se questo dato è comune a molte città esaminate), vista l’alta componente di indebitamento finanziario. «Essendo questo un debito oneroso, perché comporta il pagamento ad esempio di interessi - dice Azzone - si ripercuote negli anni successivi, quando parte delle entrate serviranno a pagare gli oneri». Ma lo squilibrio di Torino rispetto agli altri 23 comuni monitorati non è frutto di una malagestione, secondo il ricercatore, «quanto di una forte politica di investimenti per i grandi eventi, come le Olimpiadi, che nel 2007 ancora non avevano dato quei ritorni in termini di entrate. Se queste mancano, si genera una situazione di crisi».
Più in generale la fotografia scattata da Civicum sull’indebitamento non è drammatica. «Ma anche perché il 2007 è stato un anno molto fortunato per le entrate, con 17,6 miliardi, pari al 10% in più dell’anno precedente». La situazione potrebbe invece peggiorare quando si faranno i calcoli per il 2008 e ancor più nel 2009, quando si faranno sentire i minori trasferimenti dallo Stato. Accanto alla classifica dei peggiori, c’è anche quella dei comuni con meno debiti. Il migliore è Brescia, dove l’indebitamento pro capite non va oltre i 530 euro, «merito di una municipalizzata (la Asm, poi confluita in A2A) che ha riconosciuto al comune-azionista dividendi impressionanti». Si resta poi stupiti dalla presenza, nella classifica dei virtuosi, di due comuni sardi quali, in ordine di basso debito, Sassari (819 pro-capite) e Cagliari (1.203). Ma qui è merito dello Statuto speciale della regione. Poi c’è Bologna (1.318), città che brilla, insieme con Venezia (1.231 euro, il record), per i suoi cittadini tartassati: 781 euro pro capite. Virtuosi del debito pure Campobasso e Bari. Ma questi due ultimi sono promossi «perché investono poco». Del resto, dalla ricerca risulta che il divario Nord e Sud sta proprio nello squilibrio degli investimenti: nel Mezzogiorno si concentrano su territorio e ambiente (per una cattiva gestione, ad esempio, della raccolta dei rifiuti) trascurando la spesa sociale, che non raggiunge i livelli di investimento del Nord. Sempre al Sud sopravvive un problema di efficienza nella gestione della macchina comunale. «Se Napoli fosse stato gestito con i migliori criteri, quali quelli di Torino - conclude Azzone -, nel 2007 avrebbe risparmiato 220 milioni di euro da spendere per i propri cittadini».