Massimo Gaggi, Corriere della sera 16/1/2009, 16 gennaio 2009
VOLCKER: BASTA CON I SUPERMARKET FINANZIARI
Basta con le megabanche trasformate in incontrollabili supermercati finanziari. Parola di Paul Volcker, ex capo della Federal Reserve e «saggio» che dall’estate scorsa consiglia Obama sui temi cruciali dell’economia. Mentre la crisi dei grandi istituti americani riesplode più grave che mai, con Citigroup costretta a smentire le voci di una sua nazionalizzazione nel prossimo weekend e un altro gigante, Bank of America, che negozia col governo Usa un’altra, massiccia immissione di fondi federali (oltre ai 25 miliardi già ricevuti) e una garanzia pubblica di 100-200 miliardi di dollari per andare avanti nell’acquisizione di Merrill Lynch, Volcker propone, a nome del Gruppo dei 30, un nuovo impianto di regole per il sistema finanziario.
Il gruppo - non un organismo governativo ma un centro indipendente al quale aderiscono banchieri centrali, economisti e imprenditori di tutto il mondo - ha scelto di non occuparsi delle misure d’emergenza necessarie per superare la fase più acuta della crisi, concentrandosi su un altro obiettivo: proporre un nuovo quadro regolatorio sul quale ricostruire il sistema finanziario su basi più solide, quando la tempesta si sarà placata. Un sistema nuovo ma anche con un perimetro molto più limitato. L’era della "turbofinanza" è finita - fa capire l’ex ministro del Tesoro italiano Tommaso Padoa-Scioppa, vicepresidente della commissione che ha redatto il rapporto - la dinamica della crescita e dei profitti non potranno più essere quelli del passato: «Per questo serve un nuovo quadro di riferimento, per capire da dove ripartire. Non illudiamoci: non torneremo al "business as usual"».
La proposta, presentata ieri da Volcker, Padoa- Schioppa e da Jacob Frenkel, vicepresidente di AIG ed ex capo della Banca centrale di Israele, vuole essere un contributo alla discussione sulle nuove regole già avviata dai governi a livello di G 8, G 20 e al dibattito nel Financial Stability Forum. Un contributo che viene da personaggi di grande esperienza e che è stato concepito in piena indipendenza: nell’occasione della redazione di questo documento, infatti, i membri del Gruppo con responsabilità governative o monetarie (dell’organismo fanno parte anche Mario Draghi e il neoministro del Tesoro Usa Tim Geithner) si sono chiamati fuori. Il rapporto propone regole stringenti per gli istituti che raccolgono risparmio e gestiscono servizi finanziari "strategici" per il sistema economico, mentre la sorveglianza sarà più limitata per le attività orientate al "trading" di mercato, come gli "hedge fund", che, oggi, non hanno alcun tipo di controllo.
Ma a quale sistema finanziario si applicheranno le nuove regole? Domanda lecita soprattutto negli Usa dove in pochi mesi sono scomparse le banche d’affari, Citigroup sta smantellando il suo "supermercato" («sembra che abbiano letto il nostro rapporto» nota Paul Volcker) e si continua a ipotizzare la nazionalizzazione di fette consistenti del sistema.
Non sarà il caso, a questo punto, di considerare anche strumenti assolutamente straordinari come la "moratoria" sul derivati, soprattutto i "credit default swaps", ipotizzata qualche tempo fa dal ministro italiano Giulio Tremonti? Frankel è dubbioso: «Creare una "bad bank" coi soldi dei governi nella quale parcheggiare i titoli "tossici"? Con Citigroup il governo Usa ha tentato qualcosa di simile. Bisogna stare attenti, per risolvere un problema, a non piantare i semi che ne faranno sorgere un altro. Comunque, non conosco bene questa proposta». Sulla "bad bank" per i titoli tossici Volcker si limita a una battuta: «Domanda è interessante, bisogna rifletterci».