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 2009  gennaio 16 Venerdì calendario

GIURISTI DIVISI SULLE SOLUZIONI: MA CI SONO ATTI IMPORTANTI DA VOTARE


Scioglimento della commissione di Vigilanza Rai? Intervento della Giunta del regolamento del Senato? «Arzigogolii, complicazioni inutili: una commissione parlamentare non può essere sciolta, non si è mai visto», ha dichiarato l’ex presidente della Corte Costituzionale, Valerio Onida, a
Radio Radicale, dividendo il destino di Villari, da quello della Commissione. Come uscire dall’impasse? Per Onida, «seguendo la via maestra»: «La Commissione quando è convocata si riunisce e in quella sede all’unanimità invita il presidente Villari a dimettersi e un minuto dopo nomina un altro presidente». Secondo Onida, infatti, «non c’è dubbio che la Commissione abbia il potere di far dimettere Villari» visto che «è la stessa che lo ha votato». E ancora: «Villari non ha nessuna speciale immunità rispetto alla commissione che lo ha nominato».
Anche Pannella vuole che la Commissione continui a lavorare e chiede le sanzioni del codice penale contro i commissari che non si presentano a San Macuto. Per Claudio Chiola
(Istituzioni di Diritto Pubblico alla Sapienza ed esperto di questioni radiotelevisive), il riferimento «all’interruzione di alti atti amministrativi» è «sicuramente applicabile al caso dei commissari, soprattutto perché devono regolare l’attività del servizio pubblico». Secondo Niccolò Zanon,
ordinario di Diritto Costituzionale alla Statale di Milano, «la Vigilanza ha importanti atti istituzionali da approvare: in ogni caso deve fare in fretta. La situazione va ripristinata, con l’avvicinarsi delle elezioni sarde c’è un compito che va svolto. Pannella ha ragione, ma minacciare il codice penale non è possibile perché i parlamentari sono tutelati dall’articolo 68 della Costituzione».
Dello stesso avviso, Antonio Baldassarre, ex presidente della Corte Costituzionale, «la Commissione è un organo interno alle Camere e quindi non si può definire un organo costituzionale, del resto l’ostruzionismo è previsto dai regolamenti».
Ciò non toglie che la situazione sia altrettanto grave «poiché si scaricano sulle istituzioni i problemi che i partiti non riescono a risolvere». I commissari «non sono pubblici funzionari» sostiene Augusto Barbera (Università di Bologna): «se la Commissione non è in grado di funzionare, la si sciolga». Ma Barbera ammette che «non c’è nessuna norma di chiusura» che permetta di dire con certezza come se ne deve uscire. Però richiama una sentenza della Corte Costituzionale che definì «legittimo lo scioglimento dell’Autorità portuale che non riusciva a funzionare, anche se quell’atto non era previsto da nessuna legge». Per Massimo Luciani,( Istituzioni di diritto pubblico alla Sapienza) l’articolo 68 della Costituzione copre «qualsiasi espressione dell’opinione politica del parlamentare compresa la non partecipazione». Mentre Tommaso Frosini
(Diritto pubblico comparato a Napoli) ritiene che proprio la sentenza sull’autorità portuale giustifichi «un atto di scioglimento, nel caso si dimostri che la commissione non riesca a lavorare, cioè per mancata attività». «A questo punto Villari ha l’obbligo istituzionale di dimettersi», conclude Giulio Salerno,( Diritto pubblico a Macerata), «ma andrei molto cauto a invocare norme penali, piuttosto si può pensare a un provvedimento di revoca di tutto l’organismo».