Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  gennaio 12 Lunedì calendario

L’EURIBOR SCENDE, LO SPREAD SALE


Euribor giù, spread su. Il 2009 comincia bene per chi ha in corso un mutuo variabile perché si sentiranno finalmente gli effetti della discesa dell’ Euribor, mentre potrebbe riservare qualche amara sorpresa a chi il mutuo lo deve fare. E anche la rivoluzione dei prestiti ancorati al tasso della Bce, dall’ andamento più tranquillo, potrebbe restare sulla carta: le prime proposte sembrano poco convenienti. Ritorno alla normalità L’ Euribor è sceso a livelli che non si vedevano dal 2005 e appare destinato ad ulteriori ribassi. Il parametro a 3 mesi si è attestato al 2,73%, e si è più che dimezzato rispetto ai picchi di ottobre: questo si traduce in una riduzione della rata mensile di oltre 200 euro su un debito da 100mila; il parametro a un mese è addirittura sotto il tasso della Bce, attestandosi al 2,45%. Evidentemente il mercato si attende una nuova riduzione dei tassi nella riunione di giovedì della Bce. In tutti i casi le famiglie con un mutuo indicizzato stipulato entro ottobre non avranno nulla da temere per il 2009 perché le rate non potranno superare il tetto del 4% se il prestito era partito a un tasso pari o inferiore, mentre se gli interessi originari si situavano a un livello più alto il tetto sarà proprio il tasso di partenza. Il nuovo anno però porta notizie meno positive per chi è intenzionato a stipulare un prestito indicizzato, o per un nuovo acquisto o per surrogare un mutuo in corso: le banche stanno alzando gli spread, come hanno segnalato alcune associazioni di consumatori con una denuncia non smentita dall’ Abi, che ha anzi sottolineato come l’ aumento «non sia incoerente in una fase ad alto rischio e alta volatilità». Un quadro completo si potrà avere solo nei prossimi giorni, quando tutti gli istituti avranno comunicato le nuove condizioni: dai primi dati l’ incremento si situa tra i due e i tre decimi, equivalenti a un aggravio tra i 15 e i 20 euro mensili per un prestito da 100mila euro. Aspettando la Bce E anche l’ attesa per i nuovi finanziamenti legati non più all’ Euribor, ma al tasso della Bce appare, almeno dalle premesse, destinata a rimanere delusa. Il decreto anticrisi di fine novembre stabilisce che le banche devono avere, dal primo gennaio, all’ interno del loro catalogo anche finanziamenti parametrati alla Bce. Dopo il primo prodotto di questo tipo, proposto prima del decreto dalla Banca Popolare di Milano, e che aveva causato perplessità perché offerto con uno spread dell’ 1,50% giudicato elevato, gli istituti che hanno lanciato i nuovi mutui europei hanno presentato prodotti ancora meno convenienti, con spread che arrivano al 2,34%. Alcune di queste banche sono presenti nel panel che quotidianamente stabilisce il livello dell’ Euribor; non si può quindi escludere che altri istituti, non direttamente coinvolti con la determinazione del parametro interbancario, potranno situare la loro offerta a livelli più convenienti. Resta il fatto che alle banche l’ idea di legare i mutui a un tasso di sistema come quello deciso autonomamente dalla Bce sembra non piacere. «I prodotti li devono confezionare - spiega Roberto Anedda, vicepresidente di mutuiOnline - ma certo non invogliano i clienti. La norma in vigore imporrebbe di offrire tassi in linea con quelli proposti per l’ Euribor, ma evidentemente le banche si aspettano che in sede di conversione l’ espressione in linea sparisca dal testo o comunque ne venga data un’ interpretazione molto elastica». Gli esempi Di fatto le prime offerte sul mercato sono poco appetibili, e anche se il tasso Bce dovesse ridursi ancora (alcuni analisti pensano a una discesa fino all’ 1%), spread così pesanti potrebbero rivelarsi un macigno qualora i tassi dovessero risalire: ricordiamo che ancora a settembre scorso il tasso era al 4,25%. La scelta di un finanziamento legato alla Bce appare consigliabile solo se l’ incremento di spread rispetto al prestito tradizionale è sotto al mezzo punto. Nelle tabelle qui sopra abbiamo provato a simulare che cosa sarebbe successo a chi nel corso degli anni avesse potuto legare il suo mutuo alla Bce anziché all’ Euribor. Il vantaggio nel caso di parità di spread sarebbe stato evidente, con un risparmio di 1.700-2.000 euro per un mutuo da 100mila. Ma ipotizzando uno spread più alto di mezzo punto il guadagno si annulla.