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 2009  gennaio 14 Mercoledì calendario

GERMANIA, L’INTERVENTO SALE A 81 MILIARDI


Il Governo tedesco ha presentato ieri un piano di aiuti all’economia da 50 miliardi di euro, il più importante dalla nascita della Repubblica federale nel 1949. Proprio l’ampiezza della manovra ha indotto il cancelliere Angela Merkel a prevedere un fondo con il quale impegnarsi a ripagare rapidamente il nuovo indebitamento, in un momento in cui la Germania è sempre più preoccupata da una deriva dei conti pubblici nella zona euro.
La manovra - la seconda in pochi mesi e composta da investimenti infrastrutturali, tagli fiscali e aumento dei sussidi - dovrebbe servire a sostenere l’economia in gravissima recessione. L’adozione di questo piano, ha detto ieri pomeriggio la signora Merkel durante una conferenza stampa a Berlino, «riflette al tempo stesso la dimensione della crisi e la determinazione del Governo federale».
Il pacchetto di misure su due anni giunge dopo molti tentennamenti. Per mesi, l’establishment tedesco ha respinto le critiche dei suoi partner europei, preoccupati per un atteggiamento di politica economica troppo cauto da parte del principale Paese dell’Unione. Solo nelle ultime settimane, la Germania si è arresa alla gravità della crisi economica, accettando di mettere mano al portafoglio pur di evitare una recessione troppo lunga e dolorosa.
Il piano, ha assicurato ieri la signora Merkel, «libererà nuove forze a favore della crescita e del lavoro». Annunciata nella notte tra lunedì e martedì dopo sei ore di negoziati tra democristiani e socialdemocratici, la manovra giunge dopo che nell’autunno scorso il Governo aveva già presentato misure per 31 miliardi di euro, un pacchetto rivolto soprattutto alle imprese e definito allora insufficiente da molti economisti e imprenditori.
Più nel dettaglio, le misure presentate ieri e che dovrebbero entrare per la maggior parte in vigore il 1° luglio prevedono una riduzione dell’aliquota fiscale più bassa dal 15 al 14%, un aumento del reddito non imponibile (la no tax area), una diminuzione del costo del lavoro non salariale, nuovi sussidi per la rottamazione delle automobili e l’acquisto di veicoli meno inquinanti, aiuti a favore delle famiglie con bambini e investimenti infrastrutturali.
I produttori di automobili hanno applaudito con convinzione la manovra, «la più importante nella storia della Repubblica federale» ha precisato la signora Merkel. «Delusa» invece l’associazione dei commercianti Hde che sperava in riduzioni fiscali più generose, mentre la confederazione sindacale Dgb avrebbe voluto «un’operazione di un valore doppio», ha detto il suo presidente Michael Sommer.
Il Fondo monetario internazionale ha parlato di «grande sforzo», mentre molti economisti si sono detti certi che le due manovre insieme - quella dell’autunno scorso sommata a quella presentata ieri, in tutto 81 miliardi di euro, vale a dire circa l’1,6% del prodotto interno lordo - aiuteranno l’economia. Ma quanto? «Dal mio punto di vista il pacchetto è un po’ troppo eterogeneo», ha commentato Holger Schmieding, economista di Bank of America.
Dietro all’eterogeneità del piano presentato ieri si nascondono certamente le diverse visioni di politica economica della Cdu e dell’Spd (a nove mesi dalle elezioni federali), ma anche il tentativo di arginare un aumento del deficit che salirà probabilmente oltre il 3,0% del Pil. Nonostante o forse proprio per l’importanza della manovra, la Germania dimostra cautela, e guarda con preoccupazione al crescente divario tra i rendimenti delle obbligazioni dei diversi Paesi della zona euro.
Consapevole del ruolo della Germania in questo contesto, la signora Merkel ha annunciato ieri la creazione di un fondo che sarà utilizzato per ripagare con scadenze rigide il debito provocato dai due piani da 81 miliardi di euro, non appena tornerà la ripresa economica. Lo stesso avvenne negli anni 90 per rimborsare i crediti legati all’unificazione. Il Governo ha poi spiegato che vuole modificare la Costituzione per limitare in tempi normali il nuovo indebitamento allo 0,5% del Pil.