Wall Street Journal, 15 gennaio 2009, 15 gennaio 2009
Nakheel, compagnia statale di costruzioni del Dubai, a ottobre aveva annunciato il progetto di costruire l’edificio più alto del pianeta: una torre alta un chilometro, da realizzare al centro di un quartiere residenziale e commerciale nel centro dell’emirato, in un’area acquistata qualche mese fa per 38 miliardi di dollari
Nakheel, compagnia statale di costruzioni del Dubai, a ottobre aveva annunciato il progetto di costruire l’edificio più alto del pianeta: una torre alta un chilometro, da realizzare al centro di un quartiere residenziale e commerciale nel centro dell’emirato, in un’area acquistata qualche mese fa per 38 miliardi di dollari. Ma i prezzi degli immobili, negli ultimi mesi, sono crollati e il progetto è stato rimandato. Un altro gruppo statale, Sama Dubai, sta rimettendo in discussione la realizzazione di un canale che sarebbe costato 61 miliardi di dollari; anche Meraas (sempre statale) sta frenando il suo progetto residenziale da 95 miliardi nel centro dell’emirato. L’economia di Dubai è particolarmente sensibile all’andamento del mercato immobiliare, che rappresentairca il 40% del suo Pil. Nell’ultimo trimestre del 2008 i prezzi delle case sono calati dell’8% rispetto al trimestre precedente. Una retromarcia molto pesante, considerato che la crescita media annua è stata del 59%. La crisi immobiliare adesso si sta scaricando sulle banche del Dubai, troppo esposte in questo settore. Le difficoltà del settore delle costruzioni rischiano di creare il caos nell’emirato: le banche e i gruppi immobiliari hanno annunciato centinaia di licenziamenti, e la legge del Dubai prevede che se un lavoratore immigrato viene licenziato e non trova una nuova occupazione entro 30 giorni deve lasciare la nazione. Sono immigrati il 90% del milione e mezzo di abitanti del Dubai.