Nino Sunseri, Libero 15/1/2009, 15 gennaio 2009
STIPENDIO GIU’ DEL 10% ALLA MARANGONI PER NON DELOCALIZZARE
Un taglio del 10% sugli stipendi per bloccare lo spostamento della produzione in Russia e nello Sri Lanka. E’ la proposta, assolutamente inedita per il panorama sindacale italiano, avanzata dalla Marangoni di Trento. Il provvedimento riguarda lo stabilimento di Rovereto che occupa circa 320 persone su mille che rappresentano l’organico totale del gruppo.
L’annuncio ha gettato lo scompiglio fra i sindacati. L’azienda spiega l’urgenza con il drammatico calo della domanda. Il gruppo (che ha anche stabilimenti in Germania, Nord America e Brasile) è il principale produttore europeo (e uno dei primi al mondo) di pneumatici ricostruiti. Il drammatico calo dell’auto e dei mezzi di trasporto pesante sta determinando grandi problemi di bilancio. Da qui la necessità di procedere ad una severa ristrutturazione. E’ stato chiuso l’impianto di Feltre (Belluno) mettendo in mobilità 85 persone. Poi è stata avviata la procedura di licenziamento per 70 dipendenti dello stabilimento di Rovereto. Ieri l’ultimo annuncio: una riduzione del 10% sulle retribuzioni di tutti i dipendenti per evitare lo smantellamento dell’impianto trentino e il trasferimento delle lavorazioni nello Sri Lanka e in Russia. la prima reazione dei sindacati è stata molto dura. «Facendo un rapido calcolo – spiega Mario Cerutti della Cgil’ si tratterebbe di togliere dalle buste paga una somma che va dai 250 ai 400 euro al mese. Per noi è inaccettabile». «Quello che vogliono – spiega Corrado Dalvit, Cisl – è ritoccare la quattordicesima e le maggiorazioni visto che il contratto nazionale non si può toccare. Oppure fare come in Germania: aumentare le ore di lavoro tenendo fermo lo stipendio». Questa scelta, approvata dal potente sindacato dei metalmeccanici tedeschi Ig Metal ha consentito di salvare 2.000 posti di lavoro alla Siemens. Altre migliaia fra Bosch, Mercedes, Continental.
Per ora la Marangoni tace. Tuttavia le indiscrezioni parlano della preparazione di importanti processi di delocalizzazione. La lavorazione di pneumatici pieni usati per piccoli mezzi industriali, che a Rovereto occupa una ventina di lavoratori, è destinata gradualmente ad essere abbandonata. in progetto una joint venture in Sri Lanka, proprio per la produzione di queste copertura. Il vantaggio economico non deriva tanto dal costo del lavoro, quanto dal fatto che nell’isola dell’Oceano Indiano costa meno reperire il caucciù che costituisce la materia prima. Un progetto di dimensioni potenzialmente maggiori è invece quello della ricostruzione dei grandi pneumatici per i mezzi impegnati nel movimento terra. In Russia si concentra il 60% delle cave di tutto il mondo. Un mercato molto interessante sul quale Marangoni sembra voglia lanciarsi. Anche in questo caso è allo studio una joint venture. Uno stabilimento sul posto abbasserebbe molto i costi di trasporto. A quanto risulta i programmi potrebbero essere fermati se il sindacato accettasse il taglio del 10% degli stipendi.