Enrico Sisti, la Repubblica 15/1/2009, 15 gennaio 2009
I MILIARDI DI BIN ZAYED LO SCEICCO CHE SCUOTE IL CALCIO
Nome in codice: "l´uomo del trillione sonante". Nome all´anagrafe: Mansour bin Zayed. Professione: investitore, sceicco di Abu Dhabi, ministro degli affari presidenziali degli Emirati Arabi, sognatore e, a tempo perso, padrone del Manchester City. E´ una via di mezzo fra un personaggio di Philip Dick (immaginate uno che sogna Kakà elettrici) e il protagonista di Controcorrente di Huysmans, che per lottare contro la mediocrità del suo tempo decise di rintanarsi fra stoffe rare, finestre ornate di vetri gotici, mobili fastosi, profumi esotici, piante rarissime. Fuori dal mondo. Nel calcio dei costi zero, Mansour minaccia di spendere un miliardo di euro per creare la squadra imbattibile. In piena crisi lui investe.
Ha 18 fratelli, 16 macchine, 8 pianoforti. Non vede l´ora che si corra il Gp di Abu Dhabi: «Lo vedrò dallo yacht». Sappiamo che ama il sufismo. Nel suo primo discorso ai tifosi del City coniugò filosofia e finanza, slancio spirituale e concretezza calcistica. Ha iniziato in sordina, con un paio di jeans addosso, quando ad Abu Dhabi c´erano ancora i pescatori (il petrolio venne trovato nel ´58) e si è fatto le ossa come dirigente dell´Al Jazeera Football Club. Possiede un patrimonio personale 16 miliardi di euro e da novembre gestisce il 16% del pacchetto azionario della Barclays Bank, il main sponsor dalla Premier League (strano no?). Natura ed entità dell´offerta per Kakà (il Sun ha esagerato: 192 mln di euro) rispondono perfettamente al suo progetto di allargamento delle coscienze mediante imposizione del portafoglio: trasformare il Manchester City in un parco tematico calcistico. Il padiglione Kakà, il Dida Palace, la Robinho Croisette, il Messi Lounge, il Ronaldo Hotel, il Boulevard Mourinho (o Mancini, Rijkaard, Lippi). Per ora la sua squadra pende dalla Premier come la trave di una casa scalcinata. La panchina di Mark Hughes somiglia molto a quella trave. Mansour non si scompone, la sua fede è incrollabile: per il restauro immediato dell´immobile spenderà 130 mln entro gennaio. Finora però ha preso solo Bridge dal Chelsea. Ha fatto offerte per Owen, Podolski, Zarate, Bellamy, Touré, Cudicini, Santacruz. Penserà a Tevez, a Ronaldo, addirittura a Messi. Molti rispondono o risponderanno picche perché il paradosso è che, in tempi di magra, niente riesce facile. Neppure acquistare. Mansour arriva tardi e con un tasso di seduzione ridotto o limitato agli eventuali stipendi. Inoltre è stato dimostrato che la strategia "galacticos" non sempre rende in campo per quanto costa e ormai anche tecnici e giocatori lo sanno. I tifosi del City ci credono e non ci credono. Qualcuno dice: «Siamo rimasti già fregati da Shinawatra». La squadra intanto è 15ª in classifica. E per farsi buttare fuori dalla Fa Cup ha trovato decisamente il modo peggiore: 0-3 in casa col Nottingham Forest. Che non spaventerebbe neppure il Grosseto.