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 2009  gennaio 14 Mercoledì calendario

BOND BANCARI I VERI CONCORRENTI


Ieri è stata la volta di una banca portoghese: il Banco commercial portugues ha collocato senza incontrare difficoltà 1,5 miliardi di obbligazioni con scadenza 2012 ricorrendo alla garanzia statale e pagando per questo rischio-Portogallo 201 centesimi di punto percentuale sopra il rendimento dei titoli di Stato tedeschi. Questo differenziale al 2% è decisamente ampio se confrontato con lo spread tra i titoli di Stato portoghesi e tedeschi sulla stessa scadenza triennale, che ieri viaggiava attorno ai 70 centesimi. L’alto rendimento, a parità di rischio-sovrano, rende i bond bancari garantiti un concorrente temibile per i titoli del debito pubblico in Eurolandia con aste che arrancano.
Un altro esempio eclatante del successo del bond bancario garantito sul mercato primario è rappresentato dalla calda accoglienza riservata ieri a Nordbank, banca regionale tedesca che ha applicato la garanzia pubblica su un’emissione di obbligazioni da 3 miliardi, registrando 9 miliardi di ordini di acquisto: il bond, rischio-Germania, rendeva ben oltre l’1% sopra i titoli di Stato tedeschi. Secondo Calyon, l’offerta di obbligazioni bancarie garantite sarà massiccia questa settimana, insidiando il collocamento di 25 miliardi di euro di titoli di Stato a medio-lungo termine in asta per finanziare il debito pubblico di Germania, Olanda, Spagna, Belgio e Italia.
Che il bond garantito, per il momento almeno, vada a ruba è un fatto: quel che resta da appurare sul mercato è in quale portafoglio finiscano questi nuovi strumenti d’investimento. L’operazione apripista Commerzbank (5 miliardi venduti contro i 10 richiesti dagli investitori a un rendimento di 121 centesimi sopra i titoli di Stato tedeschi) fornisce qualche spunto di riflessione: il 50% del collocamento Commerzbank è stato di natura bancaria, cioè il prestito è stato venduto per la metà dell’importo a istituti di credito tedeschi. Questo significa che le banche emettono obbligazioni garantite dallo Stato che vengono acquistate da altre banche, per poi essere utilizzate come garanzie collaterali per le operazioni di rifinanziamento presso la Banca centrale europea. Se questa tendenza dovesse essere confermata, allora si tratterebbe dell’ennesimo circolo vizioso: l’intervento dello Stato tramite la garanzia serve non soltanto a oliare il meccanismo del rimborso delle obbligazioni bancarie in scadenza e a contenere il costo della raccolta per le banche (di conseguenza anche il costo del denaro per imprese e famiglie) ma alimenta nuove distorsioni. Le banche creano bond per venderli ad altre banche.
Se invece le obbligazioni bancarie garantite dovessero in prospettiva farsi largo nei portafogli dedicati al rischio-sovrano, allora creerebbero un altro problema, distogliendo la domanda dalle aste dei titoli di Stato: il fattore liquidità però dovrebbe fare la differenza. Il mercato secondario di un titolo di Stato è più trasparente e più liquido di quello di un’obbligazione bancaria: il rischio-illiquidità (a quale prezzo si può dismettere un investimento), fortemente sottovalutato ai tempi del boom delle cartolarizzazioni e della finanza strutturata, deve ora essere adeguatamente remunerato e ponderato.