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 2009  gennaio 12 Lunedì calendario

Corriere della Sera, lunedì 12 gennaio 2009 Sarà pure incommensurabilmente inferiore a quello di Berlusconi, però il conflitto di interessi che si addensa su Renato Soru non sarà quella «sciocchezza», quel dettaglio irrilevante e trascurabile che il governatore della Sardegna invitava perentoriamente a non prendere nemmeno in considerazione

Corriere della Sera, lunedì 12 gennaio 2009 Sarà pure incommensurabilmente inferiore a quello di Berlusconi, però il conflitto di interessi che si addensa su Renato Soru non sarà quella «sciocchezza», quel dettaglio irrilevante e trascurabile che il governatore della Sardegna invitava perentoriamente a non prendere nemmeno in considerazione. Si sfoglia l’Unità, il quotidiano che Soru ha acquistato, ha trasferito per qualche giorno nella disponibilità del fratello (si allude? Sì, si allude), ha fatto suo malgrado una legge regionale sarda intimasse espressamente il divieto di possedere un quotidiano di dimensioni nazionali, si sfoglia qualche pagina di quel quotidiano, dunque, e la «sciocchezza» del conflitto di interessi appare meno sciocca e meno pretestuosa. Sul giornale di Soru si parla del suo proprietario come di un angelo venuto a salvare la Sardegna. Si legge: «Testardo, introverso, cioè Renato Soru». Il suo avversario Berlusconi gronda esibizionismo volgare e incarna il massimo del gusto pacchiano e dozzinale? Ecco la sua antitesi santificata: «Sorrisi pochissimi, parole elargite con grande parsimonia, con pause. Lunghe. Propensione per le barzellette: nessuna. Eleganza sobria. Preferenza per il velluto nero, l’ha scelto per l’inizio ufficiale della sua campagna elettorale: in Sardegna, nell’interno, il velluto è un tessuto fortemente identitario». Non si risparmiano aggettivi altisonanti, elogi, pennellate di ammirazione. L’aveva notato anche Giampaolo Pansa sul Riformista. Spulciando negli articoli del giornale di Soru, ha estratto diamanti di prosa encomiastica come questo: «Parla accorato... Suda, rifiuta l’acqua, ma non il fazzoletto. Il velluto prugna della giacca è perfino troppo in questa stanza stipata e calda. Soru non porta la cravatta, un rigore informale ». Velluto nero o velluto prugna, la domanda non cambia: è una «sciocchezza» il conflitto di interessi che imbriglia Renato Soru? L’Unità ne fa «una questione di stile», ma non sorveglia le penne, non frena l’entusiasmo di chi al computer vede in Soru l’incarnazione di tutto ciò che smentisce l’essenza etico-estetica del berlusconismo. «Le dimore sarde » di Soru «non sono dotate di parchi né di anfiteatri», mica come quelle del Nemico dello Stile. «Non dà pacche sulle spalle, e non si fa fotografare mentre fa jogging o passeggia con figli, compagna, nipote». Si crea la leggenda dell’uomo che è «agli antipodi», il cavaliere della riscossa estetica, la personificazione di un’immagine che spezza l’incantesimo di chi ha abbindolato i cittadini con i mezzi più subdoli del martellamento pubblicitario. Ecco l’estasi per il suo «modo di parlare diretto, privo di fronzoli ». Il deliquio per un uomo che si segnala per il suo ascetico donarsi al bene comune: «Niente trucco sul viso, Soru ha fissato pochi punti per il suo programma». «Parla del futuro della sua Sardegna» mentre l’altro, il diavolo, il Male disegna perfidamente la «più violenta colata di cemento a memoria d’uomo». «A memoria d’uomo», addirittura. Uno scontro tra titani. Che hanno solo una cosa in comune: un problema di conflitto d’interessi. Incommensurabilmente diverso, per carità. Ma era proprio una miserevole «sciocchezza» il semplice ricordarlo? Pierluigi Battista