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 2009  gennaio 14 Mercoledì calendario

SINERGIE PIU’ RAPIDE E COSTI RIDOTTI, TUTTI I VANTAGGI DELL’ALLEANZA CON PARIGI


Più sinergie. Tempi e costi ridotti all’osso per realizzarle. «Air France è il miglior partner strategico per Alitalia», si legge a pag. 5 del dossier (Selezione del partner strategico internazionale) consegnato due giorni fa ai consiglieri della compagnia di bandiera che hanno accettato l’offerta francese: 322,4 milioni di euro per il 25%.

I francesi avranno tre posti nel cda che lunedì alle 15 l’assemblea straordinaria totalitaria eleverà a 19 modificando lo statuto: i nomi sarebbero stati già individuati, come ha detto ieri Jean Cyril Spinetta. Dovrebbero essere lo stesso Spinetta, l’a.d. di Klm Peter Hartman e il cfo di Air France Philippe Calavia. Non ci sarà quindi Pierre Henri Gourgeon, timoniere della compagnia francese che con Rocco Sabelli dovrebbe far parte del Ceo committee, uno dei quattro organi di governance introdotti per guidare la partnership. La scelta di Parigi, dice il documento visionato da Il Messaggero, esplicativo dell’investment agreement e del partnership agreement, giustifica l’attrattività per «la disponibilità ad investire in una partecipazione di minoranza, la costruzione di una strategie multi-hub, la piena adesione al piano Cai» e per quanto riguarda la fattibilità con la «continuità dell’accordo di business e l’assenza di penali, la rapida implementazione degli accordi e realizzazione delle sinergie».

L’alleanza con Air France frutterà ad Alitalia 277 milioni di sinergie nel 2010 (primo anno pieno a regime), dopo averne generate 166 nel primo anno da aggiungere ad altri 277 nel terzo anno per un totale di 720 milioni totali. Con Lufthansa sarebbero state 246 milioni, con British Airways 209 milioni. Nel piano Fenice erano previsti uno scenario A e uno B che producevano sinergie rispettivamente per 205 e 190 milioni. Ma l’attrattività dell’asse coi francesi si giustifica anche coi tempi dimezzati per realizzare le sinergie: tre mesi per le joint venture con Francia e Olanda, fino a sei mesi per quella transatlantica con Delta/Northwest per le rotte Europa-Nord America; con Lufthansa e British i tempi si sarebbero allungati fino a nove mesi per le combinazioni Italia-Germania o Italia-Inghilterra, fino a 18 mesi per quelle transatlantiche a causa della necessità di ottenere le autorizzazioni dalle autorità antitrust europea e americana.

E i costi di realizzazione coi francesi sono di 3-5 milioni una tantum, con tedeschi e inglesi di 130-180 milioni. Dei 277 milioni di sinergie nel primo anno pieno, 139 milioni rappresentano l’impatto sul solo network Alitalia: 60 derivano dalle joint con Francia e Olanda (coordinamento delle frequenze e dei prezzi); altri 20 milioni dalle tratte intercontinentali derivanti in forza degli accordi con Air France e Delta, 59 milioni dalla strategia ”multi-hub” intercontinentale: sviluppo del network con destinazioni preferenziali di Alitalia verso il Sud America; incentivi cross sale, cioè commissioni e bonus per le vendite su voli del partner, combinabilità tariffaria, infine disponibilità dei francesi a sostenere lo sviluppo di Malpensa. «L’accordo lascia ad Alitalia la piena libertà di decidere il proprio ”hub” senza esprimere pregiudiziali tra Malpensa e Fiumicino»: appena si definisce l’accordo, le rotte intercontinentali di Alitalia aumenteranno a 18 e le due nuove tratte, grazie al supporto di Parigi, saranno da Malpensa che salirà a cinque, anche se in due anni Roberto Colaninno e Rocco Sabelli hanno dichiarato la disponibilità di portarle a 14 a condizione però che Linate sia riposizionata a navetta sulla Milano-Roma e si provveda a costruire infrastrutture per i collegamenti con lo scalo varesino. Queste due condizioni presuppongono l’appoggio delle autorità locali lombarde che finora hanno fanno da sponda alla Lega per difendere Malpensa.

Un’eventuale alleanza con Lufthansa avrebbe consentito ad Alitalia di avere 16 rotte intercontinentali e quella con British di salire a 19-21, grazie a 3-5 tratte in più verso l’Asia. L’arrivo dei francesi consentirà ad Alitalia di entrare nella joint venture fra Air France e Delta per le rotte fra il vecchio continente e il Nord America (circa il 40% del fatturato Alitalia intercontinentale). I collegamenti con l’altra sponda dell’oceano permetteranno un «miglioramento della performance coordinando capacità, frequenze, politiche di pricing e approccio commerciale». Gli altri vantaggi significativi dell’alleanza compresi nelle 14 aree di collaborazione provengono dal revenue management da dove sono attese sinergie per 73 milioni: accanto all’allineamento di Cai agli standard francesi con interventi sui prezzi, integrazione delle strutture tariffarie, allocazione dei posti disponibili, controllo dei processi di vendita, è previsto l’inserimento di 15 esperti in Alitalia e di strumenti informatici per 3-4 anni.

Dall’area Sales & distribution si stimano 43 milioni di vantaggi mediante la collaborazione in tutti i mercati serviti dalle due compagnie, il miglioramento dell’efficacia della forza vendita e riduzione costi di distribuzione e una graduale collaborazione imperniata su contratti congiunti con clienti corporate e trade per sfociare in una integrazione delle forze vendite. Altri 12 milioni scaturiranno dall’area Frequent Flyer Program, cioè i programmi di fidelizzazione: sarà migliorata l’attrattività di MilleMiglia «ampliando le possibilità di accumulo e spesa delle miglia Alitalia». Infine 10 milioni arriveranno dalla strategia su Londra: «utilizzo slot su Heathrow e investimenti su London City».