Carlo Bonini, la Repubblica 14/1/2009, 14 gennaio 2009
RIGNANO, CACCIA AGLI ORCHI SENZA NOME
La storia nera di Rignano Flaminio ha ora, anche formalmente, il suo atto istruttorio conclusivo. Il pm di Tivoli Marco Mansi ha notificato a quattro dei sette indagati il deposito degli atti di accusa che prelude alla richiesta del loro rinvio a giudizio. Patrizia Del Meglio, Silvana Magalotti, e Marisa Pucci, maestre della scuola materna "Olga Rovere", e Gianfranco Scancarello, autore televisivo e marito della Del Meglio, risponderanno dell´accusa di indicibili violenze sessuali e psicologiche su 21 minori. Al contrario, Assunta Pisani, maestra, Cristina Lunerti, bidella, Kelum Weramuni Da Silva, benzinaio cingalese, escono per sempre dal processo. Archiviati per infondatezza della notizia di reato (la Lunerti e Kelum vennero inizialmente arrestati insieme agli altri quattro indagati, perché indicati come i loro turpi complici). Estranei, insomma, a un catalogo degli orrori che, con minuziosa dovizia di particolari, il pm ha invece ritenuto di dover inventariare nelle due pagine del suo atto istruttorio conclusivo destinato alle tre maestre e all´autore tv la cui colpevolezza la Procura si prepara a sostenere. Contestando un rosario di reati che vale la galera degli indagati fino al loro ultimo giorno di vita: «sottrazione di persona incapace», «sequestro di persona aggravato», «violenza sessuale aggravata», «violenza sessuale di gruppo», «atti osceni», «maltrattamento di bambini», «turpiloquio».
Non c´è "gioco" (si chiami della "puntura" o del "pisello") o crudeltà che manchi nel catalogo del pm. Non c´è sopruso di adulto o fantasia perversa tralasciata. Mansi elenca con freddezza contabile e compiacenza per il dettaglio oggetti orribili - corde, siringhe, penne, vibratori, persino pezzi di vetro - anche a costo di sfidare, con il senso della misura, la più ovvia delle constatazioni. Come cioè sia stato possibile che il loro uso non abbia lasciato ferite o mutilazioni profonde sui corpi di quei 21 bambini.
Del resto, nel chiudere l´indagine, il lavoro del pm non sembra essere stato altro che mettere in fila le circostanze che, in oltre due anni, si sono depositate ora nel racconto degli stessi bambini, ora nelle testimonianze dei loro genitori, ora nelle conclusioni delle perizie psichiatriche. Senza alcuna distinzione tra quelle che non hanno trovato alcun riscontro, quelle che hanno trovato riscontro contrario (a cominciare dalle analisi del Ris dei carabinieri) e quelle per le quali un riscontro non è stato ancora cercato. A meno di non voler considerare riscontro la parola di altri bambini.
Il canovaccio dell´accusa torna dunque ad essere quello di origine, ma si fa sufficientemente indefinito per tenere insieme anche quello che insieme non riesce a stare. Nell´anno scolastico 2005-2006 e, in un caso almeno, «in quello 2001-2002», i bambini della «Olga Rovere» sarebbero stati «sistematicamente», ora «singolarmente», ora «in gruppo», condotti durante il normale orario di lezione fuori dalla scuola, per essere abusati sessualmente e drogati «con narcotici» «in abitazioni private», «nei sotterranei» della stessa Olga Rovere, «ovvero in luoghi non identificati». Dai quattro indagati, evidentemente, ma, a sorpresa, anche da «altri soggetti, in numero di cinque, o più», allo stato «non identificati».
Gli orchi insomma diventano almeno «nove». I luoghi della violenza si moltiplicano. E la logica, per una scelta processuale, fa un ennesimo salto che la Procura faticherà a difendere in un eventuale processo. Con l´archiviazione della bidella Cristina Lunerti e della maestra Assunta Pisani, la Procura definisce infatti una scena del crimine - la "Olga Rovere" - dove i bambini, in pieno giorno, come un gregge innocente, sono stati condotti al macello, su auto private e pulmini, senza che un solo adulto di quella scuola ne abbia avuto all´epoca la consapevolezza e, oggi, il ricordo. Se un processo sarà, promette dunque di essere un´ordalia sulla parola dei bambini. E gli adulti lo sanno. «Siamo all´esito consequenziale di un´ipotesi accusatoria validamente supportata dalle indagini», plaudono le parti civili. « l´ostinata difesa di un errore giudiziario», ribattono le difese. In primavera, la parola passerà a un giudice dell´udienza preliminare.