Luca Iezzi, la Repubblica 14/1/2009, 14 gennaio 2009
NUOVA ALITALIA DECOLLA TRA LE PROTESTE FORTI DISAGI A MILANO E FIUMICINO
decollata tra le proteste. Come previsto la nuova Alitalia ha dovuto fare i conti sin dal primo giorno con i lavoratori rimasti esclusi o delusi dalla riorganizzazione della compagnia di bandiera. A Malpensa e Linate, una serie di assemblee indette dai lavoratori dell´aeroporto e dell´indotto hanno fatto cancellare una decina di voli e ritardato tutti gli altri. Nel capoluogo milanese si teme che l´accordo tra Cai e Air France-Klm farà sparire centinaia di posti di lavoro. Anche a Fiumicino c´è stato un presidio di circa 400 lavoratori mobilitati dall´Sdl per ricordare gli 8000 cassaintegrati. Il sindacato di base preannuncia il primo sciopero dei lavoratori della compagnia per il 19 gennaio. All´aeroporto Leonardo da Vinci hanno protestato anche gli autisti della società esterna che fino a due giorni fa si occupavano del servizio di trasferimento di piloti e hostess da casa all´aeroporto. Regolare invece l´attività dei nuovi assunti Alitalia con il primo volo internazionale della compagnia, partito da Malapensa per San Paolo del Brasile, e il primo servizio domestico Palermo-Roma, decollati alle sei della mattina.
Ha minimizzato l´effetto delle proteste il presidente della nuova Alitalia, Roberto Colannino: «Credo che queste siano le ultime manifestazioni che riguardano una minima parte dei problemi che abbiamo dovuto affrontare». Mentre il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha colto l´occasione per riparlare del diritto di sciopero nei servizi di pubblica utilità: «Si deve garantire la continuità del servizio. Penso che sia davvero giunta l´ora di riformare la regolazione dello sciopero».
Ma le proteste non si placano neanche sul fronte politico per la scelta del partner straniero Air France che acquisirà il 25% della compagnia: «Non capisco chi parla di svendita, il sovrapprezzo pagato da Air France-Klm sono quattrini entrati nelle casse della società non nelle tasche degli imprenditori» ha detto Colaninno riferendosi ai 322 milioni di euro sborsati dai transalpini, ben 40 in più del valore di Cai al momento della capitalizzazione da parte dei soci italiani. Soddisfatti anche da Parigi: « stato un affare molto buono» ha spiegato il presidente del primo gruppo aeronautico mondiale Jean Cyril Spinetta, annunciando che Air France potrebbe accrescere la sua quota, ma solo dopo la fine del lock up che scadrà nel gennaio del 2013. Su questo punto polemizza il partito democratico che ha presentato una interrogazione parlamentare attraverso Linda Lanzillotta, ministro ombra per la funzione pubblica: « necessario sapere se il governo fosse a conoscenza di tutto ciò e per quale motivo abbia autorizzato gli accordi accettando, quindi, che l´italianità della compagnia, in nome della quale tutta l´operazione è stata condotta, potesse venire meno nell´arco di un quinquennio». Contrario ad Air France rimane il partito del Nord: «Stiamo lavorando a un piano alternativo a quello di Cai» ha dichiarato il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, confermando un incontro con Colaninno la prossima settimana. Ma ha avvertito:«Se la proposta è una minore penalizzazione di Malpensa, a patto però di un fortissimo ridimensionamento di Linate, noi diciamo che è inaccettabile».