Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  gennaio 13 Martedì calendario

I produttori indiani di riso hanno spiegato che alcuni loro compratori, di sei nazioni diverse, non stanno più pagando le forniture dopo avere trattato per ottenere forti sconti e avere lasciato diversi carichi di riso basmati di alta qualità a marcire nei porti

I produttori indiani di riso hanno spiegato che alcuni loro compratori, di sei nazioni diverse, non stanno più pagando le forniture dopo avere trattato per ottenere forti sconti e avere lasciato diversi carichi di riso basmati di alta qualità a marcire nei porti. La All India Rices Exporters Association ha aggiunto che tra i suoi associati circolano i nomi di nove aziende con le quali non bisogna più fare affari. Compagnia basate in Arabia Saudita, Kuwait, Dubai, Siria, Regno Unito e Australia. Quelle aziende non saranno in grado di acquistare riso da altri fornitori, dicono gli importatori europei: tutti i produttori in questo momento hanno paura dei default dei clienti. Gli stessi importatori leggono la comunicazione ufficiale diffusa dagli indiani come un tentativo di convincere il governo di New Dehli a eliminare la tassa da 200 dollari a tonnellata che grava sul riso indiano rendendolo meno competitivo di quello pakistano. Oggi una tonnellata di riso pakistano costa 800 dollari, una di riso indiano ne costa 1.250. Nonostante un calo del 30% rispetto ai picchi di prezzo toccati lo scorso anno, l’attuale quotazione del basmati è il doppio di quella del 2006. Vijay Setia, il capo dei produttori indiani, dice anche che la crisi è ”colossale” tra i suoi risicoltori, molti sono in bancarotta e alcuni si suicidano per i mancati pagamenti. Tra l’altro New Dehli, temendo che le riserve nazionali si svuotino, ha vietato l’esportazione del riso non basmati.