Alessandro Barbera, La stampa 13/11/2009, 13 novembre 2009
ALESSANDRO BARBERA PER LA STAMPA
PERCHE’ ALITALIA E’ FALLITA E DI CHI E’ LA COLPA?
Alitalia è fallita per anni di cattiva gestione e le intromissioni della politica. E soprattutto, a partire dal 2000, per la decisione di scegliere come hub della compagnia lo scalo di Malpensa senza aver ridimensionato il traffico su Linate. Solo questa scelta industriale è costata ad Alitalia in media 200 milioni di euro, metà delle perdite complessive.
COME SARA’ LA NUOVA SOCIETA’ e quanti voli potrà fare?
La nuova Alitalia nasce dall’integrazione di rami d’azienda della vecchia Alitalia e di AirOne. Avrà 148 aerei, soprattutto Airbus A320 con un’età media di 8,6 anni (contro 12,4 della precedente gestione) rispetto ai 180 della vecchia Alitalia ed ai 60 di AirOne. Avrà una quota di mercato del 56% ed un fatturato di circa 4,8 miliardi di euro. A regime i voli saranno circa 670 contro gli 800 della vecchia compagnia. In tutto saranno 70 le destinazioni: 23 nazionali, 34 internazionali e 13 intercontinentali.
CHI COMANDA ADESSO tra italiani e francesi?
La Nuova Alitalia è controllata da una compagine azionaria, la Cai, formata da 25 soci italiani che detiene in totale il 75% del capitale ed un partner straniero, Air France-Klm, col 25%. Presidente della società è Roberto Colannino, amministratore delegato e direttore generale è Rocco Sabelli. Il gruppo Riva è il primo azionista col 10,6%, segue Colanino col 7%, seguono Benetton, Ligresti, Toto, Tronchetti Provera. La nuova cordata ha pagato Alitalia 1.052 milioni di euro, di cui solamente 400 in contanti. AirOne è stata invece pagata 300 milioni in contanti, Carlo Toto ne ha poi reinvestiti 60 nella Cai.
QUANTO CI E’ COSTATO l’ultimo anno di gestione?
Tra debiti accumulati, prestito-ponte e ammortizzatori sociali si parla di una cifra pagata dallo Stato compresa tra 3 e 3,3 miliardi di euro al netto degli introiti della gestione del commissario.
AIR FRANCE POTRA’ UN giorno avere la maggioranza?
I soci italiani sono vincolati per 4 anni da una clausola che impedisce loro di vendere la loro quota al socio straniero. Air France avrà tre posti nel consiglio di amministrazione su 19 e due nel comitato esecutivo su 9. Air France possiede azioni classificate come di categoria B, che non potranno avere peso sulle decisioni strategiche. Potrà prendere il controllo di Alitalia non prima di 4 anni. Dal 2013 qualunque socio (francesi compresi) per assumere il controllo della società sarà costretto a lanciare un’offerta pubblica di acquisto. Questo però non esclude che a partire da terzo anno, quando la società potrebbe venire nuovamente quotata in Borsa, i francesi possano aumentare la loro quota azionaria.
ERA MEGLIO CERCARE UN ACCORDO con Lufthansa? I tedeschi non hanno mai presentato un’offerta vera e propria. Secondo i politici lombardi la società tedesca avrebbe meglio difeso gli interessi degli aeroporti milanesi. Per la verità Lufthansa aveva posto come condizione irrinunciabile per il rilancio di Malpensa la chiusura progressiva di Linate ed aveva chiesto la maggioranza del capitale di Cai o comunque la possibilità di avere voce in capitolo sulle decisioni strategiche della compagnia.
ERA MIGLIORE LA PRIMA OFFERTA dei francesi?
Si, era migliore. Ma Air France avrebbe preso il totale controllo della compagnia. Avrebbe assunto più personale riducendo il numero degli esuberi a quota 2200, si sarebbe fatta carico sia dei Mengozzi-bond che dell’intero indebitamento. I dipendenti del settore manutenzioni (circa 5000 occupati) sarebbero però stati trasferiti a Fintecna ed Air France si limitava a garantire 7 anni di commesse.
ALLA FINE CHI HA VINTO tra Malpensa e Fiumicino?
A Malpensa rispetto ai mesi passati non cambia sostanzialmente nulla: già il piano Prato della scorsa primavera aveva ridotto in maniera considerevole i voli settimanali portandoli da 1238 a 312, poi scesi a 147 con Fantozzi. Ora sono 210, con 13 collegamenti internazionali e 3 intercontinentali (New York, Tokyo e San Paolo). A Linate la fusione AirOne-Alitalia consegna ad un unico soggetto il 100% dei collegamenti con Roma. Fiumicino torna ad essere l’aeroporto di riferimento della compagnia, con 13 voli intercontinentali e gran parte del traffico nazionale (21 collegamenti) ed internazionale (31 collegamenti).
I PASSEGGERI AVRANNO qualche vantaggio?
Scompare AirOne e quindi Alitalia non avrà più il concorrente sulle tratte nazionali e internazionali e questo - come denunciano già ora i Consumatori - potrebbe avere delle ricadute sul costo dei biglietti sui quali però ora l’Antitrust assicura di voler vigilare.
CHE FINE FARANNO i punti «MilleMiglia»?
Vengono tutti mantenuti e per il momento restano validi anche i punti accumulati dai clienti AirOne sul circuito Star Alliance di Lufthansa. Inoltre, per un periodo ancora non precisato, chi vorrà potrà continuare ad accumulare punti sia su un programma sia sull’altro.
CI SARANNO DIPENDENTI che perderanno il lavoro?
La nuova Alitalia nasce con 13.100 dipendenti contro i 17.500 di Alitalia ed i 3 mila di AirOne. Non ci sarà alcun licenziamento perché al personale in esubero lo Stato garantisce fino a 7 anni di ammortizzatori sociali (4 di cassa integrazione e 3 di mobilità).
PILOTI E HOSTESS DOVRANNO lavorare di più?
Tutto il personale di volo guadagnerà all’incirca il 7% di meno a parità di ore lavorate. I piloti dovranno volare molto di più: dalle 550 ore l’anno alle 700 delle media della compagnie europee. La nuova Alitalia è organizzata su sei basi, oltre a Roma e Milano (Malpensa e Linate), opererà da Venezia, Torino, Napoli e Catania. Rispetto al passato i dipendenti sono stati riassunti nelle varie basi e non più prevalentemente a Fiumicino come avveniva sino a ieri evitando così quell’enorme moltiplicazione dei costi per spostamenti ed alloggio dei lavoratori fuori base del passato.