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 2009  gennaio 13 Martedì calendario

ROMA – Rendimenti dei Bot mai così bassi e debito pubblico mai così alto. Due record registrati nella stessa giornata, che hanno però, come unico positivo punto di contatto il fatto che il Tesoro è riuscito a finanziare il crescente fabbisogno a tassi contenuti

ROMA – Rendimenti dei Bot mai così bassi e debito pubblico mai così alto. Due record registrati nella stessa giornata, che hanno però, come unico positivo punto di contatto il fatto che il Tesoro è riuscito a finanziare il crescente fabbisogno a tassi contenuti. Per il resto hanno spiegazioni e significati differenti. Le aste di ieri, per Bot a tre mesi e a scadenza annuale, sono andate bene. Anche se a spiegare gran parte del successo (20 miliardi di titoli richiesti a fronte dei 13 miliardi offerti) secondo gli operatori è stata l’ esigenza di rinnovare i Bot in scadenza. A cui certamente si aggiunge il ritorno d’appeal dei titoli di Stato, che rappresentano per risparmiatori e investitori l’àncora preferita nei periodi di incertezza come l’attuale. Quanto al significativo ribasso dei rendimenti – l’1,659% per i Bot a 3 mesi e l’1,84% per i Bot a 12 mesi scesi oltre il precedente minimo storico dell’1,86% del giugno 2003 – hanno inciso con ogni probabilità le aspettative del mercato su un ulteriore livellamento al 2% dei tassi da parte della Bce. Anche se il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet ieri a Basilea, dove si è svolta la riunione semestrale dei governatori del G10, non si è sbilanciato a riguardo limitandosi a rimarcare l’esigenza della Bce di ancorare l’inflazione «C’è la generalizzata sensazione di una congiuntura globale in significativo rallentamento nel 2009, con i paesi industrializzati che avranno una crescita sotto lo zero, ma anche che il 2010 sarà l’anno della ripresa» ha poi detto Trichet auspicando un ulteriore intervento di sostegno da parte delle politiche di bilancio dei governi. In Italia però peggiorano i dati, diffusi dalla Banca d’Italia, sul livello del debito pubblico che ha raggiunto in gennaio un nuovo massimo storico: oltre 1.670 miliardi di euro. Non è una novità inattesa, visto che per sua natura il debito cresce sempre tranne in casi eccezionali come è stato il settembre 2008 oppure in due mesi dell’anno, in giugno quando le cifre del fabbisogno vengono contenute dall’incasso, registrato in quel mese, dell’autotassazione e in dicembre quando il Tesoro regola le sue attività con la Banca d’Italia. Significativo non è quindi l’ammontare dello stock di debito accumulato dall’Italia ma il rapporto con il Pil, sul quale l’Italia è completamente fuori linea rispetto ai parametri europei. Tale dato però non è ancora disponibile. Diversamente l’ufficio statistico della Banca d’Italia ha fornito i dati sulle entrate relative a novembre 2008: nei primi 11 mesi dell’anno appena passato hanno raggiunto i 344 miliardi, cioè il 2,8% in più rispetto ai 334,1 del gennaio- novembre 2007. Nel solo mese di novembre però gli incassi tributari sono stati pari a 32,7 miliardi in calo, seppur lievissimo rispetto ai 32,9 miliardi nel novembre 2007. In realtà, se non si calcolasse l’inaspettato risultato di lotto e lotterie, la discesa sarebbe più ampia, del 2,2%, soprattutto per la contrazione del gettito proveniente dalle imprese e dall’Iva e più in generale dalle imposte indirette. Da qui la protesta della Cgil che con Agostino Megale sostiene come i dati di Bankitalia sugli 11 mesi 2008 confermino «le maggiori tasse, circa 300-400 euro, pagate per effetto dell’inflazione da lavoratori dipendenti e pensionati». Infine l’indagine campionaria trimestrale di Bankitalia- Il Sole24ore: le imprese intervistate vedono buio sulle prospettive dell’economia 2009. In particolare aumenta la percentuale delle aziende che prevedono un calo dell’occupazione passate al 39,3% del totale dal 25,4% registrato a settembre. Jean-Claude Trichet Stefania Tamburello