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 2009  gennaio 15 Giovedì calendario

Come si sentono gli israeliani quando la loro artiglieria colpisce una scuola gestita dalle Nazioni Unite, uccidendo decine di persone? La risposta è che siamo profondamente scossi, afflitti e angosciati per la terribile perdita di molte vite umane

Come si sentono gli israeliani quando la loro artiglieria colpisce una scuola gestita dalle Nazioni Unite, uccidendo decine di persone? La risposta è che siamo profondamente scossi, afflitti e angosciati per la terribile perdita di molte vite umane. Ma non ci sentiamo colpevoli”, scrive il Jerusalem Post. ”Siamo arrabbiati con Hamas per averci costretto a questa guerra, per usare i civili di Gaza come scudi umani e – ultimo oltraggio – per aver trasformato un luogo in cui la gente aveva cercato rifugio in un deposito di armi. Per parafrasare Golda Meir, forse verrà un giorno in cui perdoneremo gli arabi per aver ucciso i nostri figli, ”ma sarà molto difficile perdonarli per averci costretto a uccidere i loro’”. Anche Yedioth Aharonot ha parole molto dure contro i palestinesi: ”Tutto il mondo esprime la sua compassione per la popolazione di Gaza. Forse è una reazione emotiva, ma è comunque immorale. Compatire i palestinesi vuol dire credere che non siano in grado di controllare il loro destino, il loro governo e le loro azioni. Dicono che vogliono uno stato. Ebbene, se lo devono guadagnare. Hamas dev’essere eliminato. E devono farlo i palestinesi, perché è Hamas la causa della loro tragedia”. Per Ha’aretz, invece, l’operazione Piombo fuso porta con sé molti rischi: ”Dopo due settimane Israele non ha ancora raggiunto tutti i suoi obiettivi. Ma le truppe se la stanno cavando e la tentazione, ora, potrebbe essere quella di conquistare altro territorio. Questo causerebbe altre vittime e altri disastri. Più il tempo passa, più le giustificazioni dell’operazione rischiano di svanire”.