Liberazione, 10/1/2009, 10 gennaio 2009
FRATI E SUORE IN FILA PER LA SOCIAL CARD
Potremmo definirlo un effetto collaterale della Social Card. Chissà, infatti, se i cervelloni del ministero al momento di ideare la versione elettronica della vecchia tessera del pane, avevano pensato che una fetta consistente dei beneficiari sarebbe stata composta da... religiosi.
Il sospetto ad alcuni veronesi è venuto quando, in questi giorni a scavalco dell’anno, hanno notato che negli uffici postali c’erano moltissime suore anziane e un buon numero di frati in là con gli anni. Non è una scena usuale. Di solito, difatti, nell’organizzazione dei conventi c’è sempre una persona che - come nelle caserme - s’incarica di svolgere certi compiti, come quelli che richiedono di recarsi in posta, anche per tutti gli altri, basta avere in mano una delega. Ma a ritirare la Social Card bisogna andare di persona, ed ecco quindi le file. E sono tanti perché la maggior parte delle congregazioni religiose chiede ai propri appartenenti di fare voto di povertà e quindi essi risultano nullatenenti e privi di reddito, rientrando di fatto nelle categorie previste dalle norme.
« vero», conferma da Venezia Patricia Da Rin, della direzione comunicazione e relazione esterne del Triveneto di Poste italiane, «a Verona sono particolarmente numerosi perché c’è una grossa presenza di istituti religiosi. Dai dati che abbiamo sono oltre 300 le suore e i frati che hanno già ottenuto la Carta d’acquisto recandosi negli uffici postali della città a ritirarla dopo aver ricevuto la comunicazione dal ministero. Di questi più di 60 sono quelli che hanno fatto capo agli sportelli della sede centrale di piazza Isolo. Ma il dato più curioso», conclude, «è che una piccola sede come Castelletto di Brenzone ne ha liquidate da sola più di 50».
Nel paese lacustre, è noto, c’è l’istituto delle Piccole suore della Sacra Famiglia, che ospita molte sorelle anziane. Come si sa, la Social Card non è che dispensi chissà quali cifre. I 40 euro al mese corrispondono infatti a 1 euro e 32 centesimi al giorno. Ma evidentemente quelli attuali sono tempi di magra anche per chi è abituato da sempre a far conto sulla Provvidenza. Anche se in questo caso, più che di Provvidenza, bisognerebbe parlare di provvidenze... Conoscendo, tuttavia, lo spirito di carità che anima molti religiosi e religiose nella nostra città, ci piace pensare che questo obolo, per quanto miserello, vada a incrementare quelle attività misericordiose, come le mense per i poveri che ogni giorno sfamano gli ultimi della nostra società, compresi quegli immigrati che erano arrivati in Italia credendo di trovare l’Eldorado e si trovano ogni giorno a fare i conti con i problemi di sopravvivenza.
E anche questo, in fin dei conti, è un effetto collaterale - questo sì indesiderato - della Social Card.