Luca Fornovo, La Stampa 12/1/2009, 12 gennaio 2009
LUCA FORNOVO
Forse non tutti sanno che i soldi non versati in Italia al Fisco corrispondono a 7 punti percentuali del Prodotto interno lordo del Paese. Se tutti gli evasori pagassero le tasse, infatti, gli italiani avrebbero in tasca 100 miliardi di euro in più all’anno, circa 8 miliardi e mezzo al mese.
questa la conclusione clamorosa a cui giunge Roberto Ippolito, già giornalista della Stampa e attualmente direttore delle relazioni esterne della Luiss, nel suo libro «Evasori, chi come quanto, L’inchiesta sull’evasione fiscale». Una cifra astronomica, questi 100 miliardi a cui fa riferimento Ippolito nel libro-inchiesta, che divengono tanto più d’attualità ora che stiamo fronteggiando una gravissima crisi economica. Basti pensare che con le tasse non pagate dagli italiani si potrebbero fare almeno tre manovre Finanziarie triennali, come l’ultima che è stata varata dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
L’inchiesta di Ippolito è puntuale, rigorosa, documentata e racconta un malcostume talmente diffuso da non essere neppure più percepito. Anzi, che sembra perfino legittimato come dimostra uno studio della Banca d’Italia relativo alle «opinioni degli italiani sull’evasione fiscale», dal quale risulta che le famiglie con un atteggiamento di favore nei confronti dell’evasione fiscale sono diffuse in tutte le classi considerate compresi i lavoratori dipendenti.
Ma il libro va oltre, andando a scandagliare le numerose imprese del ”genio italico” messe a segno per frodare il fisco. Si scopre così che esiste un paese, Antartictland, paradiso fiscale virtuale per chi non vuole pagare le tasse, fondato nel cuore del polo Sud, con tanto di bandiera e moneta. Non solo, nel Belpaese si è arrivati ad allegare materassi ai giornali per sfruttare il favorevole regime fiscale concesso all’editoria. Per non parlare, poi, del settore delle pompe funebri che tocca livelli record di evasione tanto che si dovrebbe dedurre che al Nord un morto su due si sotterra con le proprie mani mentre al Sud si sale a due su tre.
Tragedia e commedia, dunque. Un campionario surreale di giochi di prestigio e trucchi diffusi in tutta Italia, regione per regione, nessuno escluso, privati, sia famosi che sconosciuti, e aziende, sia piccole che grandi. Ma chi è che evade di più?«In Lombardia - scrive Ippolito - la spesa media di una famiglia è pari a quattro volte le tasse pagate sul reddito, in Molise e Campania questo rapporto sale a sei. Il Lazio è al primo posto tra i virtuosi: si consuma certamente meno del Nord ma la forbice consumi-Irpef è più stretta».