ItaliaOggi 10/1/2009, 10 gennaio 2009
CAPITALI, DA UN CAPO ALL’ALTRO DEL MONDO ORA IMPAZZA IL RISIKO DEI TERRENI AGRICOLI
Paesi del Far east, ma anche India, e paesi arabi. La crisi finanziaria ha innescato una folle corsa all’acquisto di terreni. E i paesi di quelle aree sembrano i più vivaci nel nuovo Risiko terriero. C’è chi è spinto a comprare perchè possiede aree coltivabili insufficienti a sfamare la popolazione interna (Cina, Egitto e India). E c’è chi, invece, punta a investire in modo redditizio i propri quattrini, dopo essere rimasto scottato dal crollo dei listini finanziari. E’ il caso, ad esempio del gruppo sudcoreano Daewoo Logistics. Che, in Madagascar comprerà 1,3 milioni di ettari (pari ad oltre la metà delle terre coltivabili dello stato sudafricano) per produrre granturco e olio di palma. Ed è anche il caso (ben più sensibile visti i tempi) della Renaissance Capital, società di nazionalità russa, che ha comperato ben 300.000 ettari in Ucraina. Subito seguita dal gruppo britannico Landkom che ha fatto suoi 100.000 ettari, a Kiev e dintorni. Ma non è solo l’Est Europa - vecchio granaio continentale - ad essere nel mirino dei buyer. In Brasile il gruppo Mitsui (made in Japan) ha comprato 100.000 ettari. Ci coltiverà soia. E Gheddafi non sta certo a guardare. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa il 27 dicembre scorso, il governo libico avrebbe ottenuto in affitto dall’Ucraina 247.000 ettari di terra in cambio di gas e petrolio. Mentre, in Pakistan, Abraaj Capital - un fondo degli Emirati - starebbe puntando ad acquistare 324.000 ettari per coltivazioni a riso e grano. Restando sempre nel mondo islamico, il Sudan avrebbe stretto un accordo di fornitura di 690.000 ettari di terra con investitori della Corea del Sud. Mentre a Manila il governo filippino avrebbe stretto accordi con emissari del governo cinese che, una volta attuati, dovrebbero aprire all’imprenditoria di Pechino le porte di 1,24 milioni di ettari di terreno agricolo. Infine, ci sarebbe anche un consorzio di 15 investitori sauditi, guidati dalla famiglia Bin Laden, che avrebbero investito 4,3 mld di dollari in Indonesia per aggiudicarsi 500.000 ettari di risaia.
Finita qui? No: anche gli Stati Uniti sono diventati terra di conquista; finiti nel mirino di investitori del Sol Levante, che ormai hanno sotto mano ben 216.862 ettari, da usare per produrre cibo da spedire sul mercato giapponese. Dulcis in fundo, gli svedesi della Black Earth Farming si sarebbero fiondati in Russia per comprare 331.000 ettari. E in questa spedizione non sarebbero soli, ma accompagnati dai connazionali dellasocietà Alpcot-Agro, che avrebbero acquistato altri 128.000 ettari. Morale: il mondo è un fazzoletto.