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 2009  gennaio 15 Giovedì calendario

Sequestri, riscatti e polemiche. LE DUE SIMONE. Catturate negli uffici di Un Ponte per, a Baghdad, il 7 settembre 2004, Simona Pari e Simona Torretta vengono rilasciate tre settimane dopo grazie a una trattativa condotta, tra gli altri, da Maurizio Scelli della Croce rossa

Sequestri, riscatti e polemiche. LE DUE SIMONE. Catturate negli uffici di Un Ponte per, a Baghdad, il 7 settembre 2004, Simona Pari e Simona Torretta vengono rilasciate tre settimane dopo grazie a una trattativa condotta, tra gli altri, da Maurizio Scelli della Croce rossa. E non ringraziano né il governo né la Cri per il loro rilascio. Anzi, mostrano un Corano regalato loro dai rapitori. Il «Times» di Londra ipotizza un riscatto da 5 milioni di dollari. Il governo ha negato. GIULIANA SGRENA. La reporter del Manifesto viene rapita davanti all’Università di Baghdad il 4 febbraio 2005 e rilasciata un mese dopo mentre in Italia impazzano le polemiche. La morte dell’agente Nicola Calipari, colpito sulla via dell’aeroporto di Baghdad da un soldato Usa, accende la discussione sulla guerra in Iraq e sul pagamento dei riscatti: c’è chi ipotizza che il governo abbia pagato 6 milioni di euro. I CONTRACTOR. Sequestrati dalle Falangi di Maometto il 12 aprile 2004 in Iraq, Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio vengono liberati dopo 56 giorni di prigionia grazie, secondo la versione ufficiale, a un blitz delle forze speciali americane a Baghdad. Il momento peggiore è quando viene ucciso, il 14 aprile, Fabrizio Quattrocchi, guardia del corpo di Genova che avrebbe urlato davanti ai suoi assassini «Vi faccio vedere come muore un italiano». Per la sinistra radicale i quattro contractor sono mercenari che in fondo se la sono andata a cercare. Nel marzo 2006 Quattrocchi viene insignito della medaglia d’oro al valor civile alla memoria. ENZO BALDONI. L’inviato del Diario viene ucciso presso Najaf (Iraq) il 26 agosto 2004, quattro giorni dopo il sequestro, dall’Esercito islamico dell’Iraq. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. Anche in questo caso non sono mancate le polemiche. Libero lo ha definito, prima del tragico epilogo, il reporter delle «vacanze intelligenti» che cercava il brivido nelle zone di guerra. Suscitando sconcerto. E alcuni, a sinistra, accusano il governo di non essersi mosso con tempestività. CLEMENTINA CANTONI. Rapita a Kabul il 16 maggio 2005 mentre si reca a una lezione di yoga, la cooperante di Care International viene rilasciata il 9 giugno. forse l’unico caso in cui destra e sinistra non litigano: la famiglia sceglie subito il basso profilo e le mobilitazioni sono poche. Il rilascio, secondo la versione più accreditata, è stato reso possibile dalla liberazione della madre del rapitore ma il governo afghano ha sempre negato trattative. COOPERANTI IN SOMALIA. Rapiti il 21 maggio 2008 a sud di Mogadiscio i due cooperanti della ong Cins Giuliano Paganini e Iolanda Occhipinti vengono rilasciati dopo due mesi. La dinamica della liberazione resta un mistero. E la questione del riscatto non verrà mai chiarita: 700 mila dollari, come hanno dichiarato alcune fonti somale? Anche qui il governo smentisce. DANIELE MASTROGIACOMO. Rapito dagli uomini del mullah Dadullah il 5 marzo 2007 presso Kandahar, in Afghanistan, il reporter della Repubblica viene consegnato nelle mani di Gino Strada di Emergency 15 giorni dopo. Durante la prigionia, incatenato, assiste all’omicidio del suo autista per mano dei rapitori. La cifra per la sua liberazione? Un milione di dollari, secondo molti. Lo stesso Mastrogiacomo e la Farnesina negano. Il mullah Dadullah dichiara che la liberazione è avvenuta in cambio del rilascio di alcuni prigionieri talebani.