Mario Calabresi, la Repubblica 10/1/2009, 10 gennaio 2009
Bernard Madoff e sua moglie Ruth, 70 e 67 anni, chiusi nell´attico da sette milioni di dollari nell´Upper East Side, hanno passato la vigilia di Natale a preparare cinque pacchetti regalo
Bernard Madoff e sua moglie Ruth, 70 e 67 anni, chiusi nell´attico da sette milioni di dollari nell´Upper East Side, hanno passato la vigilia di Natale a preparare cinque pacchetti regalo. Il primo conteneva 13 orologi, incartati uno per uno, una collana di diamanti, un anello di smeraldi e due paia di gemelli, per un valore superiore al milione di dollari. In altre due buste avevano infilato un braccialetto e quattro spille di brillanti, una collana di giada e tre orologi d´oro tempestati di diamanti di Cartier e di Tiffany. Nessuno sa cosa ci fosse negli ultimi due pacchetti. Prima che facesse buio li hanno spediti ai due figli, al fratello di Bernie e a una coppia di amici in Florida. Ora sono tutti nelle mani dell´Fbi. Thomas Liccardi e sua moglie Edith camminano a fatica e hanno le facce terrorizzate: hanno 86 e 84 anni, vivono in una casa di cura per anziani poco a nord di Manhattan e avevano investito tutti i risparmi di una vita nel fondo di investimento di Bernard Madoff. Thomas, ha raccontato al New York Times, di aver fatto il contabile per tutta la vita e di aver programmato in ogni dettaglio la vecchiaia sua e della moglie: non voleva sorprese e aveva garantito a Edith di aver messo da parte abbastanza per poter pagare ogni anno i 130mila dollari necessari per alloggio e cure mediche. Ora non hanno più nulla e forse non hanno più né il tempo né le energie per fargli causa, per cercare di recuperare qualcosa. Sono perduti e il loro sguardo vaga nel vuoto. La truffa del secolo è come un vulcano in continua attività: erutta senza sosta rivelazioni, colpi di scena, suicidi, nomi di truffati, facce sfatte di vittime. Le sue colate quotidiane distruggono fondi pensione, associazioni benefiche, università, amicizie e dividono intere comunità. La più grande frode di tutti i tempi - 50 miliardi di dollari andati in fumo - si conclude alle 8 e 30 del mattino dell´11 dicembre scorso quando un gruppo di agenti federali entra in casa di Bernard Madoff e lo arresta con l´accusa di truffa. l suo prestigioso fondo d´investimento non era altro che una catena di Sant´Antonio, in cui i soldi versati da chi entrava per ultimo servivano a liquidare i primi che chiedevano di uscire. Viene subito rilasciato su cauzione - 10 milioni di dollari - confinato giorno e notte nell´attico, di fronte al quale i federali montano una telecamera per controllare che non esca, munito di braccialetto elettronico alla caviglia e privato del passaporto. Le imprese di Bernie Madoff, un uomo dalla faccia rassicurante e le credenziali di prim´ordine - è stato presidente del Nasdaq all´inizio degli Anni Novanta - sembrano finite. Ma non è così: forse sarebbe più corretto dire che questa storia, quella del più grande crac della storia finanziaria, comincia quella mattina dell´11 dicembre, perché da allora non c´è giorno in cui non saltino fuori nuovo sorprese. La prima è che a farlo arrestare è stata proprio una soffiata dei figli, Andrew e Mark, a cui la sera prima aveva rivelato che la parte di gestione patrimoniale della sua società (fondata nel 1960) era una gigantesca truffa: «E´ solo una grande bugia e non è rimasto niente». Dal quel momento i figli non hanno mai più rivolto la parola ai genitori, che forse con quei pacchetti di Natale speravano di riconquistarli. Quelle buste con i nastrini colorati, insieme alla scoperta di assegni firmati per 173 milioni di dollari destinati ad amici, parenti e dipendenti, sono la carta che lunedì l´accusa giocherà per rispedirlo in cella. Quella cella in cui il settantenne Bernie rischia di passare tutto il tempo che gli resta da vivere. Sostiene di aver fatto tutto da solo, chiuso nel suo ufficio al diciassettesimo piano del Lipstick, il meraviglioso grattacielo in acciaio e granito rosso che ricorda un rossetto e svetta sulla 53esima Strada. La sua era un´attività parallela a quella della società ufficiale, in cui lavoravano come manager i figli e che faceva attività di brokeraggio per i più grandi fondi d´investimento mondiali. La credibilità e il prestigio che aveva conquistato in decenni gli avevano permesso di aprire il suo fondo, considerato un club esclusivo, ma che era soltanto una frode con bilanci falsi compilati tutti a matita. Un lavoro certosino continuato per anni e con cui ha truffato anche i suoi migliori amici, come quel Carl Shapiro - 95 anni, uno dei più generosi filantropi d´America - che lo considerava come un figlio e gli aveva affidato 545 milioni di dollari. O come quel Jerome Fisher con cui giocava a golf in Florida e che ha alleggerito di 150 milioni di dollari. «Ha curato ogni particolare, ha fatto un lavoro immenso e incredibile, mese dopo mese, senza dimenticare niente, tenendo in piedi per anni un castello di inganni. E´ una truffa colossale e spesso la notte mi chiedo: ma se tutte quelle energie e quell´intelligenza li avesse usati per far fruttare i soldi che riceveva non avrebbe messo insieme comunque un´immensa ricchezza per se e per i suoi clienti?». Jeff è sfinito, parla con voce bassissima e a fatica, è tardissimo ma è appena arrivato a casa: ha passato un´altra giornata a fare i conti dei soldi che un gruppo di suoi clienti ha perso. Il fondo per cui lavora Jeff - che chiede di restare anonimo - faceva solo da tramite tra gli investitori e Madoff, ma le commissioni permettevano di tenere in piedi una bella squadra di ragazzi. Adesso li hanno mandati a casa tutti, hanno tenuto solo Jeff per tentare di fare ordine, di capire la dimensione del danno: «Abbiamo clienti che hanno perso tutto, che gli avevano affidato ogni risparmio, considerandolo il più sicuro degli investimenti, come fossero buoni del Tesoro ma con un rendimento del dieci per cento». Sta zitto un po´ e poi ribadisce: «Quando dico che hanno perso tutto intendo che non hanno neanche i soldi per fare causa. Gli consiglio di andare in tribunale per provare a recuperare qualcosa e mi rispondono: "E con quali soldi pago l´avvocato se non mi è rimasto nulla?"». Faceva proselitismo nei Country club e nelle guest house dei campi da golf a Long Island e in Florida, nel circuito dei ricchi pensionati newyorkesi. A Palm Beach, a nord di Miami, dove viveva in una villa da 9 milioni di dollari, circuiva vecchi ebrei in pensione che lo chiamavano "l´obbligazione ebraica": garantiva ogni anno un rendimento fisso attorno al dieci per cento, qualunque fosse l´andamento del mercato. Si erano convinti che possedesse una formula segreta, che avesse messo a punto la combinazione perfetta per sopravvivere a qualunque tempesta. Ma la crisi finanziaria degli ultimi mesi ha spinto un numero inaspettato di clienti a chiedere di riavere i indietro i soldi investiti: Madoff si è trovato all´improvviso a dover liquidare posizioni per sette miliardi di dollari. Non li aveva. Ha alzato le braccia e si è arreso con la stessa calma con cui è vissuto e ha truffato. Non ci sono stato tentativi di fuga o di suicidio, ma una rivelazione candida all´Fbi: «Non ci sono alibi». Nessuno ha ancora capito da quanto tempo fosse in piedi la truffa, se già dagli Anni Settanta o se sia più recente, e mentre i giudici devono decidere se rimmeterlo in carcere la Sec - l´organismo di controllo dei mercati - non è ancora riuscita a chiarire funzionamenti, tempi e numero delle vittime della truffa. Adesso a Palm Beach la comunità è spaccata, divisa dall´odio tra chi ha perso tutto e chi aveva ritirato i soldi prima del crac: gli uni pensano che i loro risparmi siano finiti nelle tasche degli altri. Ma il suo raggio d´azione andava ben al di là di qualche comunità benestante della Costa Atlantica, dove aveva la sua barca da pesca, un diciassette metri chiamato Bull, "Toro", come la fase di crescita della Borsa. Ha colpito magnati russi, università, banche europee, ricchi italiani con il tesoretto in Svizzera e azzerato fondi pensione come quello di 130 ortopedici del Connecticut o di un gruppo di sindacati di muratori e idraulici che hanno perso 150 milioni di dollari. Rovinato il sorriso di attori come Kevin Bacon, registi come Steven Spielberg o premi Nobel come Elie Wiesel. Era un uomo generoso e popolare sia con le organizzazioni filantropiche, che ora ha rovinato e mandato sul lastrico, che con il partito democratico, in particolare con Hillary Clinton. Era un uomo aperto, cordiale, che non sembrava avere nulla da nascondere: ogni anno invitava tutti i suoi dipendenti a Montauk, nella sua villa spettacolare sull´Oceano là dove finiscono gli Hamptons. «Mi chiedo - aggiunge Jeff - come abbia fatto ad ingannarci tutti, le società di revisione e gli organismi di controllo non hanno visto nulla in tutti questi anni: erano ciechi, ubriachi, procedevano solo per automatismi senza farsi domande elementari. E lui applicava il suo schema Ponzi, ma è stato infinitamente più bravo. Charles Ponzi, l´italiano che nel 1920 fece una truffa gigantesca offrendo interessi stellari, durò pochi mesi, Madoff invece è durato per anni. Dovranno ribattezzare il meccanismo di queste truffe con il suo nome, se lo merita». Gli chiedo se questo crac può essere considerato la ciliegina sulla torta del grande crollo di Wall Street. «Magari - dice con un filo di voce - significherebbe che siamo al dessert, che questo calvario è finito, ma non possiamo essere sicuri che dalla pancia di questa crisi non escano altre sorprese, altre truffe, altri scandali». Lo schema Madoff resterà però il più spettacolare dei crac, tanto che gli ex impiegati si sono messi a vendere su internet i gadget della società. Con 20 dollari ci si può aggiudicare una delle magliette che Bernie faceva stampare per i picnic sulla spiaggia di Montauk.