Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  gennaio 09 Venerdì calendario

Gli Stati Uniti non sono soli: quest’anno vedremo crescere il tasso di disoccupazione in tutte le economie avanzate e anche in quelle in via di sviluppo

Gli Stati Uniti non sono soli: quest’anno vedremo crescere il tasso di disoccupazione in tutte le economie avanzate e anche in quelle in via di sviluppo. Gli economisti spiegano che la situazione degli esuberi e dei licenziamenti sarà particolarmente drammatica in settori ciclici come quelli dell’auto e delle estrazioni. Nel primo semestre dell’anno passato le aziende hanno tentato di resistere rassicurando i lavoratori, ed è per questo che l’ondata di licenziamenti adesso sembra improvvisa. In un anno negli Stati Uniti si sono persi 3,1 milioni di posti di lavoro. Nei Paesi che stanno attraversando una crisi immobiliare la disoccupazione si sta impennando: in Spagna i nuovi disoccupati sono aumentati di 900 mila unità (in totale sono più di 3 milioni) fino a un tasso del 13,4%, nel Regno Unito la disoccupazione è salita al 6% con un incremento di 300 mila senza lavoro. In Francia e Italia i disoccupati sono aumentati di 200 mila unità, in Germania di 400 mila. Più moderata la crescita dei senza lavoro in Giappone (100 mila nuovi disoccupati, il tasso è al 3,9%) e in Corea del Sud (20 mila disoccupati, 3,1%). In India si temono licenziamenti per 10 milioni di persone durante i prossimi tre anni, in Cina il tasso di disoccupazione è in ascesa, ma non se ne conosce il valore reale.