Jenner Meletti, la Repubblica 9/1/2009, 9 gennaio 2009
CACCIA AL SALE PER SALVARE LA CITTA’ E IL PREZZO SUPERA QUELLO DEL GRANO
Sono giorni belli, questi, per i broker del sale, in grado di «salvare» le città caricando di cloruro di calcio e di sodio file di Tir o intere navi. «Fino a pochi giorni fa - dice l´ingegner Paolo Berti, direttore del traffico di Autostrade per l´Italia - una tonnellata di cloruro di calcio, il sale da miniera, costava 70-80 euro. Oggi me ne hanno chieste 148. In tempi normali, una tonnellata si porta a casa con 50 euro. Il sale marino è passato da 30 a 50 euro la tonnellata». Ma Comuni e Province (soprattutto quelli che come la cicala di Esopo forse pensavano che l´inverno non arrivasse più) sono con la neve alla gola e sono disposti a tutto, pur di avere quel sale che fa sciogliere il ghiaccio e anche le proteste dei cittadini. E così, in pochi giorni, il sale buttato dai camion sull´asfalto viene a costare più del grano e del mais.
La nave della salvezza - anche per le poltrone di tanti sindaci - è arrivata mercoledì notte al porto di Genova. «Partita da Porto Empedocle - dice l´ingegnere di Autostrade - ha scaricato 3.750 tonnellate di salgemma per noi e 3.250 per altre società autostradali. Centinaia di tonnellate sono state prese dalla Provincia di Genova e qualche camion l´abbiamo mandato anche a Milano. Noi non eravamo in emergenza, ci serviva solo qualche rabbocco. Ma per essere pronti a gennaio bisogna darsi da fare già prima dell´estate».
Parte da lontano, la guerra del sale. Le miniere di salgemma - chiamato anche sale di roccia o di cava - sono nell´Africa del nord, in Austria, in Germania. In Italia si cava sale soprattutto in Sicilia. «Noi di Autostrade - dice Paolo Berti - ci riforniamo in Sicilia e in Germania. Questi luoghi non sono scelti a caso. Dalla Sicilia, via nave, il sale può arrivare a Civitavecchia, Genova, Marghera e Ravenna, insomma in tutta Italia. Se il mare è troppo mosso facciamo arrivare il sale dalla Germania, con i camion, via Brennero. In caso di bufera di neve al nord e mari impossibili, possiamo sempre contare sui nostri tre grandi depositi. Posso dire soltanto che sono fra Roma e Napoli, presso Padova e in una galleria stradale dell´Appennino abbandonata, nella quale abbiamo stoccato ben 3.800 tonnellate».
Autostrade per l´Italia è la più grande consumatrice italiana di sale. «Ne abbiamo usate 138 mila tonnellate nel 2005, anno di neve, 82 mila nel 2006 e 70 mila nel 2007. In questo inizio d´inverno abbiamo già sparso 50.000 tonnellate e penso che arriveremo facilmente alla quota del 2005. Anche se nevicherà ancora forte, saremo tranquilli. Abbiamo contratti di safety stock, con grossisti in grado di rifornirci nell´arco di 5 o di 20 giorni. Nei nostri 2.854 chilometri di autostrade c´è un piccolo deposito ogni trenta o quaranta chilometri, con il sale coperto da teloni speciali. Abbiamo poi i silos pieni di salgemma che riforniscono direttamente gli spargi sale. Noi usiamo soprattutto questo sale di cava. Quello marino è meno del 10% e lo prendiamo a Margherita di Savoia. Ogni anno utilizziamo poi circa 250.000 quintali di cloruro di calcio liquido, per l´asfalto drenante. Preparare un´autostrada costa caro: solo per la salatura preventiva servono 30 grammi a metro quadrato».
Sembrano tornati i tempi della borsa nera, quando c´era la guerra e il sale era più prezioso delle banconote (i nazisti pagavano con il sale chi denunciava i partigiani). Se la tonnellata di salgemma costa oggi 148 euro il grano tenero, alla borsa di Padova, nel mese di novembre era quotato a 147 euro. Il prezzo del mais, oggi, è di 120 euro la tonnellata. «Società come Autostrade - dice Davide Parmeggiani, dirigente della manutenzione strade della Provincia di Bologna - sono spa e si possono confrontare con il mercato. Noi, enti pubblici, proprio in queste ore stiamo già bandendo la gara per la fornitura di tutto il 2009. E non è mai facile fare previsioni». Da novembre ad oggi è già stato buttato sull´asfalto il sale che di solito basta per un anno intero. «L´anno scorso abbiamo speso 100.000 euro, quest´anno arriveremo a 300.000. Noi usiamo soprattutto sale marino, più di 1000 tonnellate all´anno. più "leggero" di quello di miniera, non lascia quel velo che unge la strada. Bisogna stare attenti, con il sale: scioglie neve e ghiaccio ma poi finisce nei campi coltivati, nei boschi e soprattutto nei fiumi. Le trote certo non gradiscono». Anche per gli enti locali - la provincia di Bologna ha 1.400 chilometri di strade - i prezzi sono altissimi. «Il sale di miniera in sacchetti, quelli che lasciamo accanto alla curve e sui ponti, costa 260 euro a tonnellata. E questo già prima di questo rialzo dei prezzi. Per fortuna noi avevamo qualche scorta. Non è possibile, però, accumulare tanto sale. In un anno, anche se coperto da teli, si squaglia, soprattutto in zone umide come la nostra. Ci vorrebbero magazzini a tenuta stagna, con deumidificatori. Costerebbero troppo». Ma con il salgemma che costa più del grano forse bisogna rifare i conti.