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 2009  gennaio 07 Mercoledì calendario

SOLO LA SECONDA GUERRA MONDIALE COSTATA PIU’ DEL PIANO DI OBAMA

Negli anni 60, nel pieno della frenesia di spesa della Great Society, il senatore dell’Illinois Everett Dirksen pronunciò la celebre frase: «Un miliardo qua, un miliardo là, si fa presto ad arrivare a soldi veri». Altri tempi. Nella moderna Washington, non si parla più di miliardi, ma di migliaia di miliardi. Barack Obama proporrà presto un pacchetto del valore di circa 775 miliardi di dollari, da spendere in soli due anni e si augura con ottimismo di riuscire a tenere la cifra finale sotto i mille miliardi. Le ultime indiscrezioni parlano di sgravi fiscali mirati per circa 300 miliardi sebbene, una volta entrato in causa il Congresso, le cifre siano destinate ad aumentare, visto che l’imperativo politico è di ottenere quanto più possibile sulla scia dell’entusiasmo. Ma prima di entrare nei dettagli della proposta, fermiamoci un momento per capire che cosa significa dire mille miliardi. La mente umana non è in grado di concepire un numero così enorme. Un assegno di un milione di milioni di dollari (o mille miliardi di dollari) conterrebbe dodici zeri. L’Homo sapiens non si è evoluto mille miliardi di secondi fa: 31.546 anni addietro, l’uomo di Neanderthal doveva ancora imparare ad accendere il fuoco. A livello più immediato, mille miliardi di dollari corrispondono a circa un terzo della spesa pubblica annuale statunitense e al 13% dell’economia del paese. E superano il pil registrato nel 2007 da tutti i paesi del mondo, tranne dodici: nell’ordine, Stati Uniti, Giappone, Germania, Cina, Regno Unito, Francia, Italia, Spagna, Canada, Brasile, Russia e India. Mille miliardi di dollari sono anche: la differenza tra i bilanci proposti dal presidente Bush nel 2002 e nel 2008 (che sono stati, rispettivamente, il primo nella storia degli Stati Uniti a superare i 2mila miliardi di dollari e il primo a superare i 3mila miliardi di dollari); il quasi certo deficit minimo del fisco federale per il 2009 (non è escluso che raggiungere i mille miliardi e mezzo; approssimativamente un sesto dell’intero debito pubblico Usa collocato sul mercato, un decimo se si include anche il debito intergovernativo (come i debiti per la previdenza sociale); la flessione della capitalizzazione del mercato del settore finanziario statunitense a partire dallo scorso ottobre; il costo del progetto presentato da Al Gore per liberare gli Stati Uniti dalle energie da carbone; nulla in confronto al debito fluttuante di Medicare, che nei prossimi 75 anni sarà di 36mila miliardi di dollari, miliardo più miliardo meno.

Da un punto di vista storico, mille miliardi superano di gran lunga le classiche spese del governo statunitense, quelle a cui si riferiscono politici e giornalisti quando affermano che c’è bisogno di un nuovo lancio sulla Luna o di un Progetto Manhattan. In realtà, calcolata l’inflazione, tra il 1961 e il 1972 il programma spaziale Apollo è costato 140 miliardi di dollari, mentre la corsa alla bomba atomica è stata un autentico affare, costata appena 29 miliardi. Quelli, però, erano programmi mirati a raggiungere uno scopo singolo e tecnicamente complesso. Che dire di altri acquisti salati? Be’, nel 1803 Thomas Jefferson ha comprato la Louisiana per 15 milioni di dollari, che attualmente corrisponderebbero a circa 261 milioni. Se il Piano Marshall fosse partito nel 2004 invece che nel 1947, quattro anni di aiuti esteri equivalenti ci sarebbero costati circa 755 miliardi del pil attuale. Nel 1914, gli Stati Uniti hanno aperto il canale di Panama per un costo di 7 miliardi di dollari (del 2008). Quanto ai precedenti cui probabilmente Obama si ispira, secondo gli economisti il New Deal è costato complessivamente circa 32 miliardi (500 miliardi attuali). E la rete di autostrade interstatali voluta da Dwight Eisenhower, che resta ancora il maggiore progetto di opere pubbliche degli Stati Uniti, inizialmente avrebbe dovuto essere completata in dodici anni e avere un costo di 25 miliardi di dollari. In realtà è stata completata in 35 anni al costo di 114 miliardi (oltre 800 miliardi attuali). L’unica impresa squisitamente americana a essere costata più di mille miliardi di dollari è stata la Seconda guerra mondiale, un conflitto combattuto su due fronti e per quattro anni da 16 milioni di soldati americani e costato 4mila miliardi di dollari reali, ovvero 17mila miliardi di dollari sul pil attuale. Lasciamo a Obama e al Congresso l’onore di far sembrare perfino la Seconda guerra mondiale un affare relativamente a buon mercato