Cannavaro e Gomorra «Il film danneggia l’Italia», Corriere della Sera, 7/1/2009, pag- 23, 7 gennaio 2009
CANNAVARO E GOMORRA «IL FILM DANNEGGIA L’ITALIA»
Anche questa volta Fabio Cannavaro ha fatto un tackle duro, uno dei suoi. Non su un campo di calcio, però, ma parlando di Gomorra, camorra e unioni gay in un’intervista rilasciata al settimanale Chi da oggi in edicola.
«Per il cinema italiano spero che Gomorra vinca l’Oscar. Ma non penso che il film gioverà all’immagine dell’Italia nel mondo», ha detto il calciatore del Real Madrid e della Nazionale italiana. Il perché, lo spiega lo stesso ex Pallone d’Oro: «Abbiamo già tante etichette negative, vedere il Paese rappresentato così non aiuta». Il difensore napoletano spiega gli effetti, secondo lui devastanti, della pellicola tratta dal libro di Roberto Saviano. Effetti che lui tocca con mano ogni giorno: «Ancora oggi un mio compagno di squadra mi ha detto "Italiano? Mafioso". Facile che un problema locale venga generalizzato ». Parole che suonano stonate, giunte all’indomani delle dichiarazioni del regista Martin Scorsese («Ammiro la brutalità di questa pellicola e la devozione del regista e di tutto il cast nella ricerca della verità»), proprio perché pronunciate da un campione che non è solo uno dei simboli del calcio italiano, ma è anche tra i pochi giocatori in grado di dire cose mai banali. Senza dimenticare che Fabio Cannavaro all’attività agonistica affianca l’impegno sociale.
Con il suo ex compagno di squadra Ciro Ferrara, altro monumento del football partenopeo, ha infatti dato vita nel 2005 alla «Fondazione CannavaroFerrara », una onlus che, come è scritto nel suo statuto, «vuole essere un punto di riferimento sul territorio napoletano per tutti i bambini e minori che vivono situazioni di particolare difficoltà, disagio sociale ed emarginazione ».
Una fondazione che ha inaugurato a Forcella una ludoteca dedicata alla memoria di Annalisa Durante, la 14enne uccisa nel 2004 durante uno scontro a fuoco tra camorristi, e due giorni prima di Natale ha aperto un nuovo centro sportivo a Scampia. Perché, come si legge nella presentazione del progetto «l’obiettivo è contrastare la diffusa cultura dell’illegalità e dell’emarginazione sociale promuovendo i valori e le pratiche dello sport».
Nell’intervista rilasciata al settimanale Mondadori, Fabio Cannavaro non ha parlato solo di Gomorra e di camorra, ma è riuscito anche a fare arrabbiare la comunità gay italiana.
Lodando la qualità della vita spagnola e l’operato del governo Zapatero («L’Italia cammina, la Spagna corre», ama ripetere Cannavaro felice per l’esperienza iberica), a domanda sui matrimoni tra omosessuali ha risposto: «I matrimoni gay? Su quello, forse, sono più italiano...». Immediata è arrivata la replica di Franco Grillini, presidente dell’associazione d’informazione Gaynet: «Dopo Gattuso (che in passato si era dichiarato contrario alle unioni omosessuali, ndr), anche Cannavaro. triste dirsi fiero di un paese, l’Italia, che riconosce i nostri diritti».
Anche l’Arcigay ha voluto rispondere, con ironia, tramite il presidente Aurelio Mancuso: «Ci rimarranno male i tanti maschi gay che ammirano da sempre le beltà partenopee di Cannavaro ».
Già, perché l’anno scorso, tramite un sondaggio, l’ex Pallone d’Oro è stato votato quale icona gay del 2008. E lui, intervistato da Piero Chiambretti a Markette, aveva così risposto: «Non ho nulla contro i gay. Ognuno è libero di vivere la propria sessualità come crede ». Evidentemente, meglio se fuori dall’Italia.