La crisi economica allarma la Cina «Nel 2009 previste proteste di massa» di Marina Mastroluca, l’Unità, 7/1/2009, pag. 29, 7 gennaio 2009
LA CRISI ECONOMICA ALLARMA LA CINA. «NEL 2009 PREVISTE PROTESTE DI MASSA»
«Incidenti di massa». Il vocabolario
ufficiale chiama così le manifestazioni
popolari di protesta, svuotandole
di ogni altro significato
che non sia quello dell’ordine pubblico
messo a repentaglio. E «incidenti
di massa» sono quelli che si
annunciano in Cina, colpita di riflesso
dalla crisi economica planetaria:
un gigantesco meccanismo
che perde colpi. Ma stavolta non
sono voci isolatedidissidenti a suonare
le sirene dell’allarme sociale.
una rivista ufficiale pubblicata
dal gigante editoriale statale Nuova
Cina, proprietario anche dell’agenzia
di stampa Xinhua. «Senza
dubbio stiamo entrando in un
periodo nel quale gli incidenti di
massa raggiungeranno un picco»,
scrive allarmato il periodico Outlook
Magazine (Liaouang).
SOCIET ARMONIOSA
Incidenti di massa, la protesta per
le strade nella «società armoniosa
» propagandata dal presidente
Hu Jintao:un’incrinatura visibile
nella facciata lustra che le cerimonie
olimpiche hanno voluto contrabbandare,
ilmeccanismo perfetto
di braccia e gambe che seguono
un’armonia prestabilita.
Aleggerle sulla carta le previsioni
del 2009 cinese non sembrerebbero
tanto fosche. L’anno appena
concluso ha visto una crescita del
prodotto interno lordo del 9,9%,
le stime per i prossimi dodici mesi
vedono una flessione all’8. Numeri
più che positivi ad altre latitudini,
nonin Cina.Unacrescita economica
a questi livelli produrrà 8milioni
di nuovi posti di lavoro:troppo
poco per reggere la pressione
dei giovani laureati che si affacciano
sul mercato del lavoro - solo
quelli che escono dalle università
quest’anno sono 7milioni - e dei disoccupati
già prodotti per effetto indotto
della recessione altrui. Non
specificano l’arco di tempo, ma le
statisticheufficiali elencano dati dolorosi:
sarebbero almeno 10 milioni
i posti di lavoro bruciati.
SENZA RETE
Le esportazioni si contraggono, le
fabbriche chiudono, gli operai tiranola
cinghia. Sta già accadendo. Milioni
di lavoratori arrivati dalle campagne
per trovare lavoro sulle città
della costa, sono rientrati a casa a
mani vuote. Il flusso incoraggiato
dal partito verso le zone industriali
si è inceppato e già si sono registrate
proteste, opportunamente imbavagliate
dal regime. La crescita a grandi
numeri non ha creato reti di sicurezza,
nella Cina armoniosa si cade
da soli.
«Se nel 2009 ci sarà un largo numero
di immigranti rurali disoccupati
che non trovano lavoro per sei
mesi opiù che girano per le città senza
un soldo, il problema sarà anche
più serio», dice Huang Huo, reporter
esperto della Xinhua citato dal
Magazine. Il rischio è che la crisi economica
si saldi con una protesta più
politicizzata che, secondo Huang,
comincia ad avere una qualche consistenza
sociale.
La tensione deve essere palpabile
se la stampa ufficiale si sente in dovere
di avvertire del rischio. «Nel
2009 la società cinese potrà trovarsi
di fronte a nuovi conflitti e scontri
che metteranno ulteriormente alla
prova tutti i livelli e le capacità
di gestione del Partito e del governo
», scrive Outlook Magazine.
«Tutti i livelli» sono chiamati in
causa, è una chiamata di corresponsabilità
generale all’intera
struttura dirigente.
ANNIVERSARI
Outlook Magazine non lo dice,ma
ci sono anche altre ragioni per fare
del 2009 l’anno della protesta. A
giugno saranno vent’anni dalmassacro
di piazza Tiananmen. La protesta
degli studenti repressa nel
sangue potrebbe trovare oggi una
nuova eco.❖