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 2009  gennaio 06 Martedì calendario

HOTEL JUMBO 747

I signori passeggeri non sono pregati di tenere le cinture allacciate, tanto non si decolla. Il vecchio Boeing 747 bianco con il muso e la coda pennellate d’azzurro è ben ancorato alla pista di Arlanda - l’aeroporto di Stoccolma -, non vola da sei anni e non ha alcuna intenzione di farlo adesso. Dopo un lungo e onorato servizio in casa Singapore Airlines e Pan Am, e innumerevoli rotte verso la Mecca con la Transjet, promette solo viaggi nel mondo dei sogni, a prezzi relativamente «low cost». Contro ogni previsione è diventato un albergo, il Jumbo Hostel, il primo del genere in Svezia e probabilmente del mondo. Apre giovedì prossimo ed è già un oggetto di culto, prova che - se ancora ce ne fosse stato bisogno - le buone idee sono un genere che paga.
Questa l’ha avuta Oscar Diös, un robusto scandinavo che di mestiere fa l’imprenditore turistico e gestisce il Vandrarhem Hotel a Uppsala, una trentina di chilometri a nord dello scalo svedese. «Due anni e mezzo fa qualcuno mi ha detto che il vecchio apparecchio era in vendita - racconta -: non ho avuto un secondo di esitazione e l’ho comprato. Era quello che cercavo per allargare il mio business». Il progetto era già chiaro. Si trattava di sventrare il velivolo e ridisegnarlo per accogliere i viaggiatori in cerca di riposo, rifare i servizi, ripensare le scale, costruire un ascensore per pigri e disabili. Ci sono voluti mesi di lavoro. Ma ora è tutto pronto.
Gli architetti di Diös hanno ricavato dalla fusoliera 25 stanze, quasi tutte da sei metri quadrati per tre d’altezza. I locali hanno da due a quattro letti da 90 centimetri di larghezza, questi ultimi disposti a castello. Sono camere private o condivisibili con estranei, opzione che abbassa significativamente i costi. Prezzo base 30 euro per dormire con degli sconosciuti, con televisione e Internet compresi nel prezzo.
Gli amanti del lusso, si fa per dire, come quelli delle esperienze particolari, potranno disputarsi la suite del Jumbo Hostel. L’imprenditore svedese l’ha attrezzata nella ex cabina di pilotaggio, letto matrimoniale e bagno privato, più televisione e «vista panoramica». Essendo unica è pure piuttosto salata, 300 euro, magari per provare in terra com’è far parte del mitico «Club dei 10 mila metri», il gruppo esclusivo di quelli che hanno fatto sesso in quota. Non è la stessa cosa, però rende l’idea.
Tutto è pensato per i passeggeri in transito o quelli che cercano un approdo prima di partire, tanto che sugli schermi disposti nelle stanze corrono anche le informazioni sugli orari dei voli pronti a decollare o ad atterrare. Il piano alto del 747, quello che in genere ospita la prima classe, è stato trasformato in una caffetteria. «Non è solo un hotel - assicura Diös -. Chi vuole può anche passeggiare sulle ali per verificare personalmente quanto è grande un Jumbo. Due passi lassù sono un’esperienza che dà le vertigini».
Va da sé che il personale vestirà uniformi da assistenti di volo d’antan. «Abbiamo scelto la linea dei gloriosi giorni della Pan Am» spiega Gisela Olsson, portavoce del progetto. Così il look è straordinariamente «Anni Settanta», come confermano le sgargianti poltrone arancioni del ristorante. Colpisce la curvatura delle pareti, più alta di quella a cui ci hanno abituato i normali apparecchi. Spazi stretti, è inevitabile, tuttavia intriganti.
Funzionerà? «Se ho volato tutto il giorno, non ho voglia di passare un’altra notte in un aereo» ha confessato Lynn Sundelius, una studentessa diciannovenne dell’Università di Stoccolma. Può darsi. Diös garantisce che «non è un progetto da kamikaze», mentre la Olsson assicura che le prenotazioni, aperte nei giorni scorsi, fioccano numerose. I due vogliono dimostrare che il 747-200 ribattezzato «Liv» (cioè «vita) come la figlia dell’imprenditore svedese può continuare a generare profitti. Così in terra come in cielo.Francie Rehwald voleva una casa «al femminile», tutta curve ed ecosostenibile. Il suo architetto, a sentire la descrizione, le ha consigliato di usare un Boeing-747. L’ala del velivolo fungerà da tetto, il muso della cabina verrà usato come tempietto per le meditazioni, mentre la famosa «gobba» del jumbo ospiterà un loft. L’acquisto di un vecchio aereo, riferisce la Bbc, è costato 100 mila dollari, ma l’intero progetto - che integrerà pezzi del velivolo con cemento e vetro nella costruzione di terrazze panoramiche che guarderanno verso l’oceano Pacifico dalle colline di Malibu, in California - costerà alla signora Rehwald diversi milioni. Ma la futura proprietaria della casa-aereo, paladina dello sviluppo ecosostenibile, ritiene di poter risparmiare smaltendo l’alluminio ricavato dal Boeing.