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 2009  gennaio 06 Martedì calendario

CROLLA IL MITO DELLE PORCELLANE WEDGWOOD

Sotto a chi tocca. La grande crisi dimostra una volta di più che nessuno è al sicuro dai suoi colpi. Nemmeno un marchio storico come Wedgwood, regina delle porcellane sin dal 1759. Che ieri si è dovuta arrendere ai propri conti - miseramente in rosso - ed è finita in amministrazione controllata. Suscitando ansie ed emozioni sia nel Regno Unito che in Irlanda, dove il colosso Waterford-Wedgwood aveva il quartier generale.
Il gruppo irlandese - nato nel 1987 dalla fusione tra la Waterford Crystal e la storica azienda britannica - navigava in cattive acque già da tempo: per un intero lustro aveva finito l’anno con segno negativo. Ora, visto la batosta orripilante patita dalle banche, i creditori della Waterford-Wedgwood, capeggiati dalla Bank of America, si sono rifiutati di estendere i prestiti. 2.700 posti di lavoro sono ora a rischio sia in Irlanda che nel Regno Unito. Tanto che il sindaco di Waterford ha detto che la cessazione delle attività sarebbe «un disastro nazionale».
Le azioni del gruppo, prima che venissero sospese dalla contrattazione presso la Borsa di Dublino, sono crollate sino al valore di 0,001 euro. Carta straccia, insomma. Uno shock per i britannici. Che da generazioni sono abituati a considerare la Wedgwood come un pezzetto inamovibile nel panorama del Regno Unito. Per quanto di piccole dimensioni, infatti, la Regina delle porcellane è più vecchia di quasi tutte le aziende messe insieme dell’indice Ftse 100. «Il suo collasso - ha detto Robert Peston, capo del servizio economico della Bbc - è un evento di estrema risonanza, e ben illustra la contrazione dei consumi a livello globale».
Non tutto, però, sembra perduto. «Waterford, Wedgwood e Royal Doulton sono marchi classici, radicati nella storia, simboli di un prodotto di alta qualità», ha sottolineato Angus Martin, coamministratore insieme a David Carson - entrambi esponenti di Deloitte Ireland. «Gli amministratori lavoreranno a contatto con il gruppo dirigente, i clienti e i fornitori in modo da assicurare lo svolgimento delle correnti operazioni mentre si ricerca un acquirente». Martin rivela che la Deloitte ha già ricevuto diverse offerte. «Le probabilità di chiudere un buon affare sono molto alte». Secondo quanto riportato dal Guardian una private equity americana s’era detta disponibile ad acquistare una quota di maggioranza della Waterford-Wedgwood portando nelle casse dell’azienda oltre 280 milioni di dollari. Offerta che, scrive il giornale britannico, non è ancora tramontata.
Resta il danno psicologico. L’azienda fondata da Josiah Wedgwood è legata a doppio filo con l’identità della Gran Bretagna. Fu grazie alla regina Carlotta, moglie di Giorgio III, che il padre della ceramica inglese riuscì a far decollare il suo impero: impressionata dalla qualità di un servizio da tè, la sovrana permise a Josiah di fregiarsi del titolo di ceramista di sua Maestà nonché di battezzare quella linea «il servizio della Regina». Inutile dire che le vendite s’impennarono in tutta Europa.