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 2009  gennaio 07 Mercoledì calendario

ALDO GRASSO PER IL CORRIERE DELLA SERA DI MERCOLEDI’ 7 GENNAIO 2009


SU LAMBERTO SPOSINI ESISTONO DUE SCUOLE DI PENSIERO. La prima è riassumibile nel vecchio detto: «Che s’ha da fa’ pe’ campa’»; la seconda, non meno perfida, sostiene che Sposini è l’uomo giusto al posto giusto: quello sa fare. Sposini ha passato un intero pomeriggio, o quasi, a parlare della prossima edizione di Ballando con le stelle. In studio ha allegramente cazzeggiato con Milly Carlucci e alcuni futuri ballerini:
La vita in diretta (Raiuno, dal lunedì al venerdì, ore 16.15). Veramente, messa da parte l’enfasi moralistica, ci sarebbe una terza via per definire il ruolo di Sposini (ma anche di Giletti, di Cucuzza, di Bonolis, di Santoro, di Vespa di tutti i giornalisti che si danno all’intrattenimento, anche i più furbetti, anche quelli che conducono il tg).
Sposini, o chi per lui, incarna perfettamente lo stato attuale della tv generalista. Che è una tv ripiegata su se stessa, rinchiusa, implosa. Perché la tv è composta da tante compagnie di giro? Perché il suo compito vitale è di girare attorno a se stessa. Terminata la missione storica, che consisteva nel «guardare lontano», la tv generalista si guarda, si contempla, si tiene in vita mangiando se stessa. Ha così paura dell’esterno, del diverso, del distante da creare un sistema culturale di mitigazione (di fronte all’ignoto si procede con preoccupazioni etiche ed estetiche, atteggiamento che la tv generalista ha smesso da tempo); ha così paura da trasformare la realtà in reality, ormai anche nei tg. La fase esplorativa ed esplosiva della tv è ora patrimonio del digitale terrestre, del satellite, del web. All’unitarietà si sostituisce la frammentarietà, l’incertezza, la nicchia conoscitiva. I giornalisti che si danno all’intrattenimento sono esattamente come gli sportivi che partecipano a un reality: hanno bisogno di rassicurarsi. Chi rassicura, a pensarci bene, non cura.