Financial Times, 6 gennaio 2009, 6 gennaio 2009
La Bielorussia, nazione autoritaria guidata dal presidente Alexander Lukashenko, otterrà dal Fondo monetario internazionale un prestito da 2,5 miliardi di dollari per difendersi dalla crisi economica
La Bielorussia, nazione autoritaria guidata dal presidente Alexander Lukashenko, otterrà dal Fondo monetario internazionale un prestito da 2,5 miliardi di dollari per difendersi dalla crisi economica. Sarà il quinto stato ex sovietico ad ottenere l’aiuto del Fmi, dopo Georgia, Ungheria, Ucraina e Lettonia. A differenza di quelle nazioni, colpite dalla crisi del credito per il loro ricorso a prestiti stranieri, la Bielorussia è messa in difficoltà dal calo della domanda russa. In cambio dell’aiuto del Fmi Minsk ha accettato una svalutazione immediata del 20% del rublo bielorusso, mossa umiliante per Lukashenko, che basa il suo potere sulla capacità di dare alla sua nazione una certa stabilità economica. E comunque il -20% del rublo bielorsso è un calo minore rispetto al -30% del rublo russo e al -50% della hryvnia ucraina. Con un’economia basata sullo stato la Bielorussia ha pochi contatti con i mercati finanziari del mondo, ma dal 2005 la nazione è in crisi per il taglio dei sussidi che arrivavano da Mosca e per la diminuzione delle esportazioni dirette in Russia, loro mercato di riferimento.