Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  gennaio 05 Lunedì calendario

La Stampa, luned’ 5 gennaio 2009 Ufficialmente sarà l’«ultima opportunità» per i tedeschi di ribaltare il tavolo

La Stampa, luned’ 5 gennaio 2009 Ufficialmente sarà l’«ultima opportunità» per i tedeschi di ribaltare il tavolo. L’ultimo incontro per permettere a Wolfgang Mayrhuber di soffiare a Jean-Cyril Spinetta l’obiettivo che insegue da sette anni: le nozze - anche se in stile minore - fra la sua Air France-Klm e Alitalia. Dalle parti della ormai ex Cai però nessuno è convinto che l’incontro di stamattina a Milano fra il numero uno di Lufthansa e Roberto Colaninno possa davvero cambiare uno scenario che Letizia Moratti e la politica milanese vorrebbero diverso. «Cai scelga Lufthansa», insiste il sindaco di Milano. Dai tedeschi arriverà «un pesante rilancio della propria offerta, inattesa nelle forme e nei contenuti», scriveva ieri mattina «La Padania», preannunciando per oggi un vertice nella sede della Lega a Via Bellerio con Umberto Bossi e i suoi ministri. «Chi sogna di far fuori Malpensa dovrà vedersela con noi». «Serve un’alleanza di tutti a sua difesa», tuona il presidente della Provincia di Milano Filippo Penati. Si schiera con il fronte del nord anche Antonio di Pietro, gran pescatore di voti nel varesotto: «i lombardi sono stati cornuti e mazziati da Berlusconi, che scarica sui contribuenti tre miliardi di debiti della vecchia Alitalia». Più che la decisione di scegliere come partner i franco-olandesi, il mondo meneghino non accetta la decisione della cordata di mantenere Fiumicino come aeroporto di riferimento fino a quando Linate non sarà ridotto a scalo cittadino e smetterà di fare concorrenza sulle rotte internazionali. La lobby milanese è convinta che la scelta sarebbe stata imposta dai francesi, e che i tedeschi invece sarebbero disposti ad un assetto diverso. Una fonte di Cai, che preferisce non essere citata, smonta però l’assunto: «Non vogliamo polemizzare con nessuno, ma è un fatto che sin dall’inizio della trattativa i tedeschi, per il rilancio di Malpensa, hanno chiesto pregiudizialmente la riduzione di Linate alla navetta Roma-Milano. Su questo punto sono molto più rigidi di Parigi». Dalle parti di Cai ricordano inoltre che il governo, e in particolare Silvio Berlusconi, è sempre stato tenuto al corrente delle trattative e della pregiudiziale dei tedeschi su Linate. Se dunque Mayrhuber oggi volesse avere la meglio dovrebbe fare marcia indietro sulla questione e mettere sul tavolo almeno 500 milioni di euro, la somma dei 300 promessi dai francesi per il 25% delle azioni, più altri 200 milioni che Alitalia dovrebbe pagare per uscire dall’alleanza globale di Sky Team. «Credo si tratterà di un incontro di cortesia», confida la fonte. A meno di colpi di scena, il futuro della compagnia è dunque scritto. I legali stanno mettendo a punto tutte le carte, anche se mancano alcuni dettagli. Dettagli che potrebbero far slittare la firma fra le due compagnie oltre il 13 gennaio, giorno in cui partirà ufficialmente il nuovo network integrato Alitalia-Air One. La verità è che né la Moratti, azionista all’84% della Sea - la società che gestisce gli scali milanesi - né il suo presidente, il leghista Giuseppe Bonomi, sono convinti che le cose andranno diversamente. Ecco perché l’ex presidente Alitalia insiste nel chiedere la revisione di 26 accordi bilaterali, intese che oggi limitano l’atterraggio a Malpensa di alcune compagnie extraeuropee: per modificarle c’è bisogno della collaborazione dell’Enac, del ministero degli Esteri, e la disponibilità di Alitalia a rinunciare ai diritti esclusivi di traffico su alcune delle rotte regolate da quegli accordi. Stampa Articolo