La tentazione di chi manovra le valvole di Antonella Scott, Il Sole 24 Ore,3/1/2009, pag. 7, 6 gennaio 2009
LA TENTAZIONE DI CHI MANOVRA LE VALVOLE
«Lo riconoscono apertamente e non si vergognano- attacca il portavoce di Gazprom, Serghej Kuprijanov - gli ucraini rubano il gas». L’accusa dei russi sembra confermata dai contatori dei Paesi europei più vicini all’Ucraina - Polonia, Ungheria - che stanno verificando se i volumi di gas in arrivo corrispondono esattamente a quelli denunciati da Gazprom
all’ingresso del sistema di transito ucraino. Il monopolio russo punta il dito sui presunti
furti di tre anni fa,quandoi clienti europei constatarono un calo delle forniture, malgrado l’Ucraina abbia sempre smentito «rimozioni illegali». Ma come si ruba
metano da un gasdotto? Istintivamente si pensa al tentativo di forare un tubo per attingere combustibile, un atto estremo e pericoloso che spesso finisce in tragedia. Ma l’Ucraina non è la Nigeria, né il gas naturale si può paragonare al petrolio. Ciò che potrebbe succedere - e che Gazprom non può impedire - è la deviazione sulle linee secondarie nazionali di una parte del gas destinato all’Europa. Come cliente di Gazprom, la compagnia energetica Naftogaz ha naturalmente a disposizione le infrastrutture per farlo e per anni,
anche senza aspettare una crisi, Mosca ha sospettato che Naftogaz si servisse di quantità di gas superiori a quanto pagato, magari manomettendo le valvole
o i contatori che controllano la regolarità dei flussi. Ma quello che sta avvenendo in questi giorni, per stessa ammissione del responsabile di Naftogaz Oleh
Dubina, non è furto,ma deviazione «per scopi tecnici»: il giorno di Capodanno l’Ucraina
ha utilizzato 21 milioni di metri cubi di gas non suo per poter mantenere in funzione il sistema, e assicurare il flusso del gas pagato dagli europei nelle condotte di
transito. Naftogaz non intende certo utilizzare a questo scopo le riserve nazionali, da cui sta attingendo il gas dopo la chiusura dei rubinetti russi. Fuori dalle sale di comando di Naftogaz, la tentazione di servirsi direttamente dai gasdotti potrebbe farsi più forte se la crisi - e il blocco delle forniture dalla Russia - dovesse prolungarsi nel tempo, se la popolazione ucraina iniziasse a pagare sulla propria pelle la mancanza di carburante.
Comunque non sarebbe un’impresa da poco con il gas, he viaggia nelle condotte a una pressione di circa 75 bar: praticare un foro, inserire una valvola, collegarla a un tubo
e farla finire in un’autocisterna che possa ricevere il gas sotto pressione.Ma, in teoria, si può fare: tenendo conto che con il petrolio è più semplice, negli anni 80, in California, una banda attrezzata con tanker e oleodotto sotterraneo riuscì a collegarsi al
sistema, succhiando 300mila barili. La compagnia di Stato ci mise tre anni adaccorgersene.