Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  gennaio 06 Martedì calendario

INDIA, ARRIVA IL SECONDO PIANO DI RILANCIO

A conferma della preoccupazione che sta accompagnando il rallentamento dell’economia indiana, Banca centrale e Governo hanno agito di concerto ieri annunciando il secondo pacchetto di stimolo all’economia negli ultimi due mesi e il quarto taglio dei tassi d’interesse da ottobre.
Per effetto delle decisioni prese dalla Reserve Bank of India (Rbi) la repurchase rate, il tasso a cui l’istituto centrale presta fondi alle banche, è scesa con effetto immediato di un punto percentuale al 5,5%, mentre le reverse repurchase rate, il tasso con cui la Rbi drena denaro dal sistema si è abbassato di un punto al 4 per cento. Parallelamente l’istituto centrale ha anche riveduto al ribasso di 50 punti base, portandola al 5%, la cash reserve ratio, ovvero la percentuale di fondi che ogni istituto di credito è tenuto a mantenere immobilizzati presso la Rbi. Nel primo caso la Banca centrale si propone di incentivare i prestiti a privati e imprese, nel secondo di scoraggiare gli istituti di credito a parcheggiare risorse di cui l’economia ha bisogno in titoli di stato e nel terzo di iniettare sul mercato circa 200 miliardi di rupie, al cambio attuale poco meno di tre miliardi di euro.
Seguendo un copione simile a quello dello scorso dicembre, il Governo ha fatto sì che il taglio dei tassi d’interesse fosse accompagnato da alcune misure di politica economica in grado in primo luogo di attutire gli effetti del credit crunch su un settore vitale per lo sviluppo del Paese come quello delle infrastrutture, in secondo luogo le conseguenze della recessione globale sull’export. Allo scopo di semplificare l’accesso al credito delle imprese indiane, l’Esecutivo ha più che raddoppiato il limite massimo di investimento in corporate bond denominati in rupie, facendolo passare da 6 a 15 miliardi di dollari.
Con una mossa dalle stesse finalità, il Governo ha anche rimosso fino al prossimo 30 giugno le condizioni applicate ai tassi d’interesse pagati da società indiane a istituti di credito stranieri. Il provvedimento cancella momentaneamente i limiti (Libor più 3% e 5%), fissati per prestiti della durata inferiore o superiore a cinque anni, rispettivamente.
Le due decisioni sono state accompagnate da una serie di altre misure per facilitare il reperimento di fondi da parte dell’India Infrastructure Finance Co. Ltd, una società pubblica che finanzia opere infrastrutturali, e per andare incontro alle aziende esportatrici mediante un allargamento dei rimborsi fiscali. Tra i settori che riceveranno tutele ulteriori ci sono anche quelli del cemento e, in parte, dell’acciaio che torneranno a essere protetti da dazi all’importazione.
Le misure di stimolo all’economia indiana giungono in concomitanza con una serie di dati che stanno incrinando la fiducia riposta nei mercati emergenti affinché trainino l’economia mondiale fuori dalle sacche della crisi. Il Purchasing manager index delle imprese cinesi ha evidenziato ieri il quinto mese consecutivo di contrazione, accrescendo le preoccupazioni per l’andamento di un settore, il manifatturiero, che da solo "vale" il 43% dell’economia di Pechino. Sul fronte indiano ieri Tata Motors ha annunciato che a dicembre le vendite sono calate complessivamente del 47% rispetto allo stesso mese del 2007, con punte del 51% per i veicoli commerciali. «Alcune delle misure annunciate oggi aiuteranno il settore - ha dichiarato Ravi Kant, direttore generale di Tata Motors - ma il Governo deve prendere altre misure per alimentare in maniera sostanziale la domanda, che ha innestato la retromarcia»