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 2009  gennaio 03 Sabato calendario

MOHAMED SORPASSA BRAMBILLA

Ariberto, vescovo lombardo, l’aveva profetizzato già nell’anno Mille. «Chi viene qui, nei dintorni di Milano e sa ben lavorare, potrà restare e continuare a produrre». E così sia.
E così è davvero se l’operosa Brianza – la novità è certificata da Infoimprese – è stata espugnata dai signori Mohamed (un nome ambivalente, che spesso fa anche da cognome) i quali nel 2008 risultano aver aperto più ditte individuali (178) dei signori Brambilla (174) nonchè dei brianzolissimi Fumagalli (appena 134).
Ariberto non si stupirebbe dei Mohamed nè degli Abdel (120) e dei Vasile (39), titolari a loro volta di attività imprenditoriali nell’operosa (e nuova di zecca) provincia, in cui gli imprenditori stranieri iscritti alla Camera di Commercio di Monza e Brianza hanno raggiunto quota tremila.
Si stupisce, invece, un Brambilla Doc. Si chiama Pier Giuseppe (detto Beppe): quarant’anni, piccolo imprenditore edile, che nel tempo libero dirige il coro popolare del comune di Vimercate. Beppe storce il naso davanti alle cifre rielaborate dalla Camera. «Onestamente mi lasciano un po’ perplesso, non tanto per la perdita del primato italiano nella crescita di nuove ditte iscritte qui, in provincia, quanto per il fatto che questo aumento proprio non mi convince».
Perchè, Brambilla? «Perchè sembra una sorta di fenomeno nato più di recente, e io che lavoro in un settore che dà lavoro a tanti immigrati ho il sospetto, ovviamente non le prove – incalza Pier Giuseppe – che, forse, questo boom dipende dal fatto che molti sono rimasti con permesso scaduto e senza occupazione, il sospetto che l’apertura della partita Iva possa essere strumentale non mi sembra poi così lontano».
Anche a lui, racconta, è capitato di mettere in regola un lavoratore straniero che appena ricevuto il nullaosta si è messo in proprio. Un commento gli sfugge: «Sono sorpreso dalla facilità con cui la partita Iva di questi tempi viene rilasciata, non è nemmeno necessaria una prova, un qualcosa che dimostri che chi la chiede sappia cavarsela in quell’attività specifica».
Qualche chilometro più in là, ad Arcore, comune-icona delle virtù imprenditoriali lombarde non fosse altro perchè vi risiede la famiglia Berlusconi, il quasi coetaneo Mohamed el-Soewihi, 38 anni, ambulante egiziano con carta di soggiorno e tre figli piccolissimi, non è dello stesso avviso. «Nel mio settore, almeno, che si chiamino Mustafà o Mohamed come me, bene, non cambia: devo dire che siamo in tanti e lavoriamo tutti, non solo egiziani, ma anche marocchini e tunisini», dice Mohamed.
«Ci troviamo bene, qui. A me questa attività è servita anche per integrarmi – continua el-Soewihi - voglio che i miei figli possano vivere e studiare e un giorno lavorare qui, con noi. No, davvero mi sembra normale che in circolazione ci siano tanti a chiamarsi così».
Tiene a precisare Renato Mattioni, direttore generale della nuova Camera di Commercio di Monza e Brianza: «Le imprese immigrate sono un sintomo della grande vitalità dell’area, testimoniano una solida rete di subfornitura e una forza delle piccole e medie imprese di queste parti, davvero invidiabile». E aggiunge: «In fondo, in termini assoluti e per media di imprese siamo ancora al di sotto della media nazionale, 9,8% contro 12,2%, ma al tempo stesso abbiamo sviluppato un livello di internazionalizzazione delle piccole realtà che è ancora più invidiabile».