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 2009  gennaio 03 Sabato calendario

CON IL TAGLIO DEI VOLI A RISCHIO 1800 POSTI NEL SETTORE AEREO

«Dove una volta c’era un hub…», titolava ieri la Padania. In effetti Malpensa, nel giro di 20
mesi, è passata da un traffico di 1.238 voli settimanali ai 312 del dehubbing di Maurizio Prato, fino ai 147 del piano Fantozzi (novembre 2008). Per risalire a 201
nel nuovo network Alitalia in vigore dal 13 gennaio. Magra consolazione, però. Perché gli internazionali saranno appena 13, e gli intercontinentali solo 3 (New York, Tokyo e San Paolo). «La verità? Da questo network Malpensa esce peggio che dal vecchio piano Prodi/
Air France», spiega Stefano Franzoni, segretario lombardo della Uil Trasporti. E questo
apre uno scenario preoccupante sul futuro perimetro occupazionale
della nuova Alitalia in Lombardia, tra personale di terra e viaggiante (piloti ed assistenti
di volo), indotto interno (450 aziende) ed esterno allo scalo. La sola Magliana, ad
esempio, aveva di stanza in Lombardia circa 400 addetti di terra. A questi vanno aggiunti i
1.700 dipendenti di Sea Handling che fino a pochi mesi fa hanno lavorato a tempo pieno
sul 60% di traffico pompato da Alitalia negli scali milanesi. E i circa 60 addetti di Eas handling più i 30 di Avia Partner (check in su Malpensa) e i 30 di Sea handling (checkin su Linate) impiegati da Air One. Per un totale di 2.200 addetti Ap più Az. A questi
si aggiungono circa 500 lavoratori di personale viaggiante totale. La somma fa 2.700 addetti. «E il rischio potenziale - spiega Nino Cortorillo, segretario lombardo della Filt Cgil - è che solo un terzo di questi possa mantenere il posto di lavoro nel post integrazione». E dire che il 2008 era andato meglio del previsto. A fronte di una Cig attivata per un massimo di 550 addetti per Sea handling, la media di utilizzo è stata del 40%; mentre per Sea Spa su 350 richieste l’effettivo utilizzo è stato del 70 per cento. Certo ci sono stati 4-500 contratti a termine non rinnovati, ma per tutto il 2008 gli esercizi commerciali sono
riusciti anonutilizzare la cassa, giocando su ferie e flessibilità. Nel 2009, invece, in
teoria l’anno della ripresa dopo lo tsunami 2008, ecco che rischiano di saltare altri 1.200 posti di lavoro tra aziende del sedime e dell’indotto diretto. La recessione economica e l’ulteriore dimagrimento Alitalia su Malpensa stanno facendo il resto.
In realtà Sea aveva già iniziato a fine 2007 a razionalizzare la società e a recuperare efficienza. Ma basterà questo per mantenere il perimetro occupazionale?
Il nuovo network Alitalia è molto punitivo per lo scalo varesino. Né il gestore, giustamente, ha intenzione di mollare l’handling, che sui conti pesa in negativo per milioni di euro nonostante la ristrutturazione avviata dalla gestione Bonomi. Il motivo? «Il nostro piano industriale - spiega lo stesso Bonomi -punta a tenere l’attività di handling all’interno del perimetro aziendale, perché solo così, da una sinergia forte tra gestore, vettore e handler, si può tornare ad una tipologia di traffico hub». Che poi è il vero obbiettivo
di Sea, in partnership con Lufthansa. Ma per farlo c’è un’altra pre-condizione da soddisfare: liberalizzare i diritti di traffico. «il Governo ci ha detto che è d’accordo. Bene: aspettiamo i
fatti», precisa Bonomi. L’alternativa è un’ulteriore emorragia occupazionale. Non a caso in Sea, se i dati di traffico del nuovo network saranno confermati, prevedono un forte incremento del ricorso alla cassa. Ad esempio dal 13 gennaio verranno azzerati i voli merci dalla Brughiera. Il cargo non rientra negli asset acquisiti da Cai. Una circostanza che getta nella crisi più nera le società che si occupano di servizi a terra. E poi l’annoso caso di Seahandling. Bonomi sta negoziando con Cai la stipula di un nuovo contratto. Un’asta al ribasso causerebbe al gestore un buco da decine di milioni di euro e centinaia di licenziamenti.