Mattia Chiusano, la Repubblica, 5/1/09, 6 gennaio 2009
la Repubblica, lunedì 5 gennaio 2009 - La Disneyland dello sci nel deserto - di MATTIA CHIUSANO DUBAI - «Scio sette volte all’ anno, ma non ho mai visto una montagna innevata: troppo difficile, meglio qui»
la Repubblica, lunedì 5 gennaio 2009 - La Disneyland dello sci nel deserto - di MATTIA CHIUSANO DUBAI - «Scio sette volte all’ anno, ma non ho mai visto una montagna innevata: troppo difficile, meglio qui». Rashidi è uno studente egiziano che risiede ad Abu Dhabi, indossa scarponi, guanti da neve, pilota sci sciancrati e per trovare una pista ci mette metà del tempo di un milanese che va a Bormio. Un’ ora e mezzo, e passa la paura. Anche se all’ esterno del paradiso artificiale di Ski Dubai il termometro supera i quaranta gradi, ed è faticoso pure spalmarsi sulla spiaggia. Basta entrare nel gigantesco Mall of the Emirates, sulla Sheikh Zayed Road, godere dell’ aria condizionata che, si scoprirà, viene alimentata dalla neve riciclata della pista, ed ecco, dietro una vetrata, il miracolo dello sci indoor: alberi di Natale, spazzaneve, sciatori, seggiovie a quattro posti e neve, tanta neve. Adatta ad un pubblico dal palato poco esigente? Lo abbiamo chiesto ad Aksel Lund Svindal, il norvegese che ha vinto una Coppa del mondo, due ori ai Mondiali di sci, ed ha visitato l’ impianto: «Il pendio è facile, ma la neve è proprio buona, compatta quanto basta per godersi una bella sciata. Ed è incredibile pensare che sei in mezzo al deserto». Va a finire che tra dieci anni la Coppa farà tappa qua, a pochi chilometri dal Burj al Arab, l’ hotel a sette stelle, e dalle isole artificiali a forma di palma. Se qualcuno avesse parlato nel 2000 di uno slalom nel centro di Mosca con tutti i più grandi campioni, com’ è successo lo scorso 2 gennaio, sarebbe finito in casa di cura. Ma se i torpidi dirigenti della federazione internazionale non hanno ancora fiutato la passerella planetaria negli Emirati, l’ impatto di Ski Dubai resta incredibile anche senza campioni. Portare la neve nel posto più ostile della terra, il deserto, è una sfida ormai vinta, alla quale mancava solo la benedizione degli assi dello sci. Ora che è arrivata, ci si stropiccia gli occhi scoprendo ragazzi arabi, tagliati fuori da sempre dal mercato del turismo invernale, che si gettano ad alta velocità giù per i quattrocento metri del pendio. Indossando capellini stravaganti, giacche a vento nere col teschio, da snowboarder, il tutto mescolato ai simboli tipici degli Emirati come la sciarpa con l’ immagine dell’ emiro Al Maktoum. Lo sci come svago, da praticare spesso, con facilità, perché all’ ingresso di Ski Dubai il prezzo di 180 dirham, quaranta euro, per due ore, comprende l’ affitto dell’ attrezzatura. Scarponi, calzini, sci, attacchi, tuta. Gli unici indumenti che non vengono forniti sono i guanti ed il cappello, in vendita comunque nello shopping center Snow Pro. Alla pista si accede attraverso le scale mobili e le porte girevoli, i bastoncini si prendono all’ ingresso: poco prima di affrontare l’ incredibile calo della temperatura, che scende a meno quattro gradi. Ripetiamo, quando fuori dall’ impianto si superano i quaranta. Il procedimento per creare la neve nel deserto è simile a quello usato nelle stazioni di montagna: l’ acqua viene raffreddata, mandata attraverso tubi verso i cannoni e sparata di notte quando i 23 congelatori sono al massimo della potenza e la temperatura di Ski Dubai è di 7-8 sotto zero. Più complesse le misure per conservare la neve compatta come piace a Svindal: tra il tetto ed il soffitto dell’ impianto è stata formata un’ intercapedine di cinque metri, lo stesso spessore delle pareti. Sotto la pista infine scorrono cento chilometri di tubi che contengono glicolo etilenico e mantengono la temperatura della neve a meno 16. Una volta sciolta, la neve serve a raffreddare l’ acqua dell’ impianto di condizionamento del centro commerciale. Molto kitsch, ma divertenti, i centri di ristoro: l’ Avalanche cafè a metà pista che offre, tra l’ altro, un vin brulè non alcolico, e il Sankt Moritz cafè che serve la fonduta in un arredamento da chalet svizzero. Questa formula ha ispirato nuovi scenari sempre più faraonici. Il progetto di Dubailand, megalopoli del turismo già segnalata su tanti cartelli stradali, prevede uno Snowdome esteso per 1,4 milioni di metri quadrati (Ski Dubai è fermo a 22.500). I progettisti annunciano piste di pattinaggio su ghiaccio, un hotel e nove torri residenziali a forma di iceberg, shopping mall, ristoranti. Lo ski dome sarà contenuto all’ interno di una cupola trasparente alta 75 metri, mentre già si parla di una nuova pista nell’ emirato di Ras al-Khaimah, raggiungibile solo con ovovia o elicottero. Si dirà: vuoi mettere le Disneyland dello sci con la Gran Risa, o la Stelvio? Ma anche ai campioni, esiliati al freddo pure d’ estate, brillano gli occhi di fronte alle sirene di Dubai: la neve la mattina, il mare il pomeriggio. O viceversa. Tanto Ski Dubai resta aperto fino a mezzanotte.