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 2009  gennaio 02 Venerdì calendario

LA «ZONA VERDE» TORNA ALL’IRAQ

Il primo atto della transizione irachena è finalmente andato in scena. Con una cerimonia ufficiale, l’inizio del nuovo anno ha visto cadere un altro simbolo dell’occupazione americana nel Paese mediorientale. Si tratta di un momento storico per l’Iraq post-Saddam: l’esercito iracheno da ieri mattina ha infatti assunto il controllo della sicurezza nella "Green Zone" di Baghdad, l’area fortificata della capitale all’interno della quale si trovano i principali edifici pubblici e le più importanti sedi diplomatiche straniere.
Ma i grandi cambiamenti non riguardano solo l’area superprotetta della capitale: in
tutto il Paese le forze Usa dovranno ora rispondere alle autorità irachene. Dal 2003 fino
all’altro ieri, i 140mila militari americani hanno infatti lavorato su mandato delle Nazioni Unite, ma alla mezzanotte di mercoledì, allo scadere cioè della risoluzione del Consiglio
di sicurezza, è entrato in vigore il patto siglato tra Baghdad e Washington.Trelenovità previste dall’accordo bilaterale: entro tre anni gli americani dovranno lasciare il Paese; non
potranno più arrestare iracheni senza un mandato di un giudice iracheno e sia le guardie
private che i soldati in licenza saranno sottoposti alla legge irachena. « nostro dovere considerare questo giorno come il primo del processo di recupero della sovranità irachena su ogni metro quadrato del Paese», ha detto ieri il premer Nuri al Maliki nel corso della
cerimonia nella zona verde. «Questa giornata-ha continuato - dovrà essere festa nazionale
e questo palazzo (l’ex residenza di Saddam Hussein, Ndr)sarà il simbolo del ripristino della
nostra sovranità». Le truppe americane (14mila soldati in tutto) dovranno ora riposizionarsi al difuori dei nove chilometri quadrati che compongono l’area fortificata, anche se continueranno a svolgere il compito di consiglieri e addestratori.«Il ruolo delle forze della coalizione nella Zona verde sarà secondario», ha spiegato Qassim Mousasawi, portavoce delle truppe irachene, «e centrato sull’addestramento delle brigate di stanza a Baghdad all’uso di apparecchiature per rilevare la presenza di esplosivi». In base al piano, gli altri contingenti della coalizione - tra cui più di quattromila britannici - dovranno invece ritirarsi entro il prossimo luglio, mentre sarà l’autorità giudiziaria irachena a farsi carico dei circa 15mila detenuti nelle prigioni gestite dagli statunitensi. A Bassora, nel Sud del Paese, i britannici hanno intanto ceduto il controllo dell’aeroporto alle forze irachene.