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 2009  gennaio 04 Domenica calendario

Il Fondo Monetario Internazionale, tradizionalmente visto come il paladino della finanza pubblica rigorosa, ha recentemente esortato in modo ufficiale i singoli paesi ad affrontare la recessione con una politica fiscale espansiva

Il Fondo Monetario Internazionale, tradizionalmente visto come il paladino della finanza pubblica rigorosa, ha recentemente esortato in modo ufficiale i singoli paesi ad affrontare la recessione con una politica fiscale espansiva. In altre parole, ha chiesto ai singoli ministri delle Finanze di ridurre le tasse o di aumentare la spesa pubblica, in modo da contrastare gli effetti della recessione. Rispetto all’impostazione tradizionale del Fondo Monetario, si tratta indubbiamente di un’importante novità, probabilmente influenzata dalla visione del suo direttore francese. Ad ogni modo, l’esortazione del Fondo aiuta a comprendere quanto la crisi in atto sia seria e pericolosa. Da una prima lettura dei dati del fabbisogno di cassa del settore statale, si potrebbe pensare che in Italia sia oggi in atto una politica fiscale espansiva. Rispetto al 2007, il fabbisogno di cassa del tesoro ha quasi raggiunto i 53 miliardi di euro, un livello doppio rispetto al fabbisogno registrato nel 2007. Il peggioramento era in parte atteso, anche se per trovare un livello di fabbisogno simile si deve tornare al 2005, l’anno in cui l’Italia iniziava la procedura di infrazione con Bruxelles. Alla luce di questi primi dati di cassa, è molto probabile che già nel 2008 l’Italia finirà per registrare un disavanzo intorno al 3 per cento, anche se per avere il dato definitivo, quello che riguarda l’intera pubblica amministrazione e quindi rilevante ai fini dei parametri del patto di stabilità, occorrerà aspettare fino a marzo. Più che per scelte precise di politica economica, il peggioramento in atto è però frutto della crisi economica. I conti pubblici italiani e il gettito fiscale in particolare, sono molto sensibili all’andamento del ciclo economico. Tra il 2007 e il 2008 la crescita economica è passata dal 1,5 per cento a una probabile zero per cento, una diminuzione ben superiore alle aspettative. Con una struttura della spesa pubblica che è quasi indipendente dal ciclo economico, il disavanzo italiano peggiora sempre quando l’attività economica rallenta e le entrate diminuiscono. Rispetto al monito del Fondo monetario internazionale, è però difficile sostenere che l’Italia abbia davvero messo in atto una politica fiscale espansiva. Il ministro dell’Economia ha durante l’autunno più volte respinto le richieste dei ministri della spesa. Gli stessi interventi inseriti nel decreto fiscale sono stati indubbiamente di modesta entità. Guardando al 2009, il vero rischio è che l’Italia si trovi con una situazione dei conti pubblici delicata senza aver davvero messo in atto una politica fiscale espansiva. Certamente in Italia non è stato approvato un imponente stimolo fiscale, con significativi tagli di imposte e importanti decisioni in materia di infrastrutture, al di là della decisione di accelerare la messa in cantiere di opere pubbliche già approvate. Allo stesso tempo, tuttavia, non possiamo sostenere che in Italia vi sia stata una politica fiscale davvero rigorosa. I meccanismi principali della spesa non sono stati riformati, nonostante il governo abbia già approvato un quadro pluriennale di finanza pubblica. Il 2009 si presenta quindi come un anno non facile. La recessione è destinata a intensificare e conseguentemente l’andamento delle entrate fiscali peggiorerà ulteriormente. Inoltre, i provvedimenti di sostegno all’economia approvati a novembre del 2008 produrranno i loro effetti nel 2009, peggiorando ulteriormente il disavanzo pubblico. Infine, il differenziale tra gli interessi del nostro debito pubblico e quelli sul debito tedesco continua a essere superiore ai 100 punti base, un livello mai raggiunto negli anni passati. Questo differenziale nei tassi di interesse ci aiuta a ricordare quanto pericoloso e imponente sia davvero il nostro debito pubblico. Siamo così in mezzo al guado, con un peggioramento dei conti pubblici in corso senza aver messo in atto vere e proprie politiche espansive. Ci aspettiamo quindi che nei primi mesi dell’anno la rotta di politica economica italiana diventi più chiara, anche perché i problemi e le debolezze della nostra finanza pubblica sono ancora tutti da risolvere.