Roberto Petrini, la Repubblica 3/1/2009, 3 gennaio 2009
ROMA - Il treno impazzito della recessione internazionale sta investendo a tutta velocità i conti pubblici italiani
ROMA - Il treno impazzito della recessione internazionale sta investendo a tutta velocità i conti pubblici italiani. I dati diffusi ieri dal ministero dell´Economia sul fabbisogno di cassa del 2008, ovvero la somma che lo Stato deve procurarsi sul mercato emettendo titoli, dai Bot ai Btp, è schizzata a 52,9 miliardi, circa 8 miliardi in più di quanto atteso. Si tratta di un risultato che raddoppia quello dello scorso anno quando il fabbisogno si arrestò a 29,5 miliardi e che soprattutto straccia le previsioni dell´autunno nelle quali il governo contava di portare a casa un fabbisogno di 45,2 miliardi. Per trovare un dato peggiore bisogna tornare al 2005. Per il ministero dell´Economia i conti registrano l´effetto della crisi e delle necessarie politiche anticicliche. E - assicura il Tesoro - l´effetto sul deficit dovrebbe avere un impatto sostanzialmente marginale. «I dati oggi disponibili sono pienamente in linea con gli impegni assunti in Europa dalla Repubblica italiana ? ha osservato il ministro Tremonti - E´ questa una ragione di fiducia per i cittadini e di orgoglio per il governo». Tuttavia fosche nubi si addensano sul sistema Italia e sebbene il dato del fabbisogno non sia immediatamente trasferibile sul rapporto deficit-Pil è ormai certo che il cruciale rapporto imposto dall´Europa arriverà quest´anno al 2,7-2,8 per cento rispetto al 2,5 stimato. Visti i tempi si tratterebbe di cifre ancora accettabili: Tremonti infatti sarebbe intenzionato a rimanere nel 2008, ad ogni costo, sotto il 3 per cento per poi scaricare sul 2009 tutti gli effetti e le responsabilità della crisi. Ed infatti è il 2009 che si prevede assai duro: il Pil si contrarrà dell´1 per cento, di conseguenza si verificherà un calo delle entrate con un inevitabile riflesso sui conti pubblici: non è escluso che il rapporto deficit-Pil stia correndo verso il 4 per cento. Soprattutto se si tiene in considerazione che già ai dati di oggi, considerando che gli effetti della manovra non superano mai il 60-70 per cento del previsto e che la crescita è già negativa, siamo già al 3,8-3,9 per cento. L´impatto della crisi sta avendo effetti marcati anche nei due maggiori partner europei, Germania e Francia. La Germania, che ha varato ingenti misure anti-crisi, ha triplicato il fabbisogno rispetto alle previsioni: il rapporto deficit-Pil viene stimato dall´Ifo nel 2009 all´1,4 per cento e per il 2010 al 2,9 per cento mentre la contrazione del Pil è valutata nel 2,2 per cento. Sta peggio la Francia che ormai corre verso il 3,9 per cento e forse più nel rapporto deficit-Pil per l´anno in corso. Tornando al dato di ieri dell´Italia, ad appesantire i conti è stato anche il mese di dicembre, che tradizionalmente registra un «avanzo» perché contabilizza i versamenti del secondo acconto delle dichiarazioni fiscali. L´avanzo del dicembre 2008 è al lumicino, solo 2,9 miliardi che si confrontano con i circa 15 miliardi che avevano invece alleviato i conti di fine 2007, consentendo anche di invertire il trend del rapporto debito-Pil, ridotto dal 106,9 per cento del 2006 al 104,1 per cento del 2007. Nonostante i problemi per i conti pubblici la crisi economica continua a mordere con tutti i suoi riflessi sulla riduzione dei consumi e sul ricorso alla cassa integrazione: inevitabile la necessità di maggiori risorse visto che il governo si è limitato ad un decreto di circa 6 miliardi contro i 26 della Francia e i 31 della Germania. «Devono arrivare subito i provvedimenti anti-crisi che chiediamo», ha detto Stefano Fassina (Pd).