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 2009  gennaio 03 Sabato calendario

GUGLIELMO BUCCHERI

ROMA
Giocare tirando il dado è un esercizio fin troppo facile, ancor più divertente se il tappeto di Roma si trasforma in un gigantesco gioco dell’oca fra stadi, piscine, campi gara, traguardi e passione. Il 2009 sarà l’anno Capitale, sport ed economia (cittadina) che si intrecciano in un percorso dove hanno trovato spazio anche i veleni di stagione. Da dove cominciare? Sparigliando il calendario degli eventi, il punto di non ritorno lo offrono le cifre di manifestazioni in controtendenza con un contesto che farebbe pensare a malumori e poca voglia di scommettere sui trionfi sportivi. La crisi (finanziaria) non era programmata nel momento in cui su Roma venivano riversate le speranze mondiali del nuoto o quelle continentali del pallone europeo, ma il segnale che arriva dai giochi capitali è interessante. Sponsor, prenotazioni in biglietteria, budget in equilibrio e ricavi oltre le aspettative sono il miglior assist per uno sport annunciato con il fiato corto un po’ ovunque. Dall’acqua iridata emergono dati che fanno sorridere gli organizzatori: il bottino dalle sponsorizzazioni del Mondiale di nuoto del prossimo luglio è già al livello sperato visto che di 8 milioni di euro era la stima e di 8 milioni è già il ricavato a sette mesi dal sipario sulle gare. Dal nuoto ai riflettori sulla Champions League, il copione è lo stesso perché l’Uefa ricaverà circa 7 milioni di euro dall’organizzazione della finale romana mentre di 4 milioni di euro sarà il giro d’affari per gli albergatori o ristoratori della Capitale. Senza contare come per eventi «storici» quali Piazza di Siena o gli Internazionali d’Italia di Tennis, la tanto temuta fuga degli investitori non c’è stata vista la conferma dei principali sponsor per le edizioni di quest’anno.
Cifre da capogiro, dunque. Dati in controtendenza che, per ora, annacquano la stagione delle polemiche. Il motivo? Il progetto della Cittadella dello Sport, nato per consegnare alla città un nuovo polo sportivo da inaugurare con la piscina dei Mondiali è naufragato fra i veleni. «L’idea della Cittadella dello Sport a Tor Vergata è tramontata. La precedente amministrazione aveva stanziato 200 milioni di euro affidando il progetto all’architetto Calatrava: non bastano, ne servono altrettanti e i tempi si allungano. Speriamo di poter contare - precisa Alessandro Cochi, delegato allo Sport della giunta Alemanno - sui fondi per i 150 anni dell’Unità d’Italia...». Niente Cittadella dello Sport, ma tuffi e virate in un Parco del Foro Italico pronto a mostrare una faccia camaleontica. L’incrocio è affascinante, i tempi di reazione obbligatoriamente rapidi, l’effetto speciale. Tennis più calcio più nuoto: la miscela esplosiva in poco meno di 90 giorni. Come? Sul teatro della racchetta, la Pallacorda, verrà adagiata la piscina per le gare iridate di pallanuoto poche ore dopo che il pallone avrà consacrato i suoi fuoriserie con le finali di stagione. Una, quella di Coppa Italia, in partita unica e con il presidente della Repubblica in tribuna d’onore (il 13 maggio) anche se la vicinanza con l’ultimo, e più importante, atto del calcio europeo potrebbe suggerirne lo spostamento altrove; l’altra, sotto i riflettori del mondo e gli occhi della coppa dalle grandi orecchie (27 maggio) con la scritta Champions League. «Il Parco del Foro Italico vivrà di grandissimi eventi in un lasso di tempo ristretto. Stiamo parlando di un luogo a vocazione sportiva da sempre, così negli Anni 30, così per i Giochi Olimpici del 1960 e, così, adesso», precisa Diego Nepi, direttore degli impianti del Coni.
Tennis, nuoto e calcio, ma non solo. Se i campi in terra rossa lasceranno il testimone a tribune da oltre 10 mila spettatori (così per la pallanuoto) o da 5 mila appassionati (così in quello che dall’anno prossimo tornerà ad essere il Centrale della racchetta), il nuoto vivrà anche in tre centri polifunzionali che sorgeranno a Varco San Paolo, a Pietralata e a Ostia con foresterie per gli atleti e tre piscine (una olimpionica) in ognuna delle tre strutture.
Roma sfoglia il calendario e si fa bella. I sampietrini del Colosseo si preparano a dare il benvenuto al Giro del Centenario, le tribune del Flaminio alla palla ovale del Sei Nazioni, il Circo Massimo alle partite sulla sabbia del beach soccer, Piazza di Siena alle magie a cavallo dei «suoi» cavalieri. «Già penso ai prossimi impegni mondiali...», così il sindaco Alemanno. L’agenda è fissata. Fra un anno, toccherà al volley ospitare i suoi campionati iridati. Poi, il sogno è il basket dei giganti (l’Italia ha avanzato la propria candidatura con Roma punto di snodo per un nuovo impianto) e, magari, le Olimpiadi del 2020 (dopo il ritiro dalla candidatura per i Giochi 2016). Il gioco dell’oca è partito.