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 2009  gennaio 02 Venerdì calendario

ItaliaOggi, venerdì 2 gennaio 2009 In tempo di crisi la parola d’ordine è risparmiare. In principio era il flat sharing: appartamenti in comune tra studenti o lavoratori per tagliare le spese

ItaliaOggi, venerdì 2 gennaio 2009 In tempo di crisi la parola d’ordine è risparmiare. In principio era il flat sharing: appartamenti in comune tra studenti o lavoratori per tagliare le spese. Poi è stata la volta del car e del bike sharing: auto e biciclette da affittare in alternativa all’acquisto. Oggi, fra le ultime frontiere della vita in condivisione, c’è l’iniziativa dell’imprenditrice Vittoria Bono, che ha dato il via in Italia al dress sharing, aprendo a Brescia eGo, acronimo di guardaroba ecologico organizzato. Si tratta di un vero e proprio atelier in cui, di settimana in settimana, le donne possono scegliere abiti diversi e sperimentare nuovi stili senza prosciugare la carta di credito. Con un abbonamento annuale di 99 euro e l’aggiunta di una quota mensile di 96 si ha diritto a sette capi a settimana, da scegliere tra i 120 modelli delle due collezioni autunno/inverno e primavera/estate. Scaduti i sette giorni, bisogna riportare gli abiti in un’apposita busta che viene fornita al momento della scelta dei capi. Tutto ciò che riguarda la loro manutenzione avviene all’interno dell’atelier: dopo la consegna e prima di tornare a essere disponibili, i vestiti vengono lavati e stirati. Ogni anno eGo fornisce alle sue abbonate 365 capi; oltre alle collezioni stagionali, infatti, vengono periodicamente aggiunti modelli nuovi. Il guardaroba condiviso comprende pantaloni, gonne, camicie, maglie e abiti interi, però niente accessori, scarpe o cappotti. I modelli vengono creati all’interno dell’atelier, realizzati in laboratori bresciani e portano il marchio dell’azienda della Bono Suite@work. Le taglie disponibili sono cinque, dalla 40 alla 48, e gli stili proposti vanno dal casual al romantico, dall’etnico a quello sportivo, fino al glam e al seducente. «Alla base di questo progetto», spiega Bono, «c’è l’intento di superare il concetto di possesso per sostituirlo con quello di utilizzo. Noi diamo la possibilità alle donne di riappropriarsi del loro tempo e del loro denaro, ma anche di giocare con il loro look». Non dovendo investire troppo sui singoli abiti, infatti, ogni donna può permettersi di scegliere capi che altrimenti non avrebbe acquistato, temendo che sarebbero invecchiati in fondo a un armadio. «Il mio atelier propone un vero e proprio stile di vita», continua l’imprenditrice bresciana, «molte clienti l’hanno scelto perché hanno apprezzato l’idea della condivisione e della praticità e non solo per l’aspetto economico». Il servizio è partito a giugno ed è stato pensato per accogliere un massimo di 400 abbonate. Oggi l’atelier è frequentato per la maggior parte da donne bresciane di un’età compresa tra i 20 e 55 anni. Presto potrebbe arrivare una collezione pensata anche per gli uomini, ma soprattutto il progetto è pronto per espandersi in nuove città del nord Italia. L’esperienza bresciana rimane un unicum nel nostro paese, però esistono altre soluzioni pensate per permettere alle donne di rinnovare il proprio guardaroba senza aprire il portafoglio. Una di queste è lo Swap club, vero e proprio baratto online di capi d’abbigliamento ideato da un’imprenditrice bolognese, Tamara Nocco. Il meccanismo è ancora più semplice ed economico: basta creare un account gratuito sul sito e proporre alle altre iscritte gli abiti che non si utilizzano più ma che sono in buone condizioni. «A Londra e New York è una pratica abbastanza diffusa», spiega Nocco. «Io ho iniziato ad aprile 2006 dedicando un angolo del mio negozio di Bologna agli scambi, poi sette mesi fa ho deciso di spostare tutto sul web». Per ogni capo proposto c’è una fotografia, una descrizione e una valutazione che deve essere approvata dal club. Spesso viene indicato anche il prezzo originario. Lo scambio avviene fra capi d’abbigliamento che hanno avuto una valutazione simile. Oggi il sito conta circa 200 account e l’iscrizione non comporta alcuna spesa. «A gennaio ho intenzione di organizzare uno swap party a Bologna, cioè una vera e propria asta per lo scambio di abiti e accessori. Inoltre», conclude Nocco, «per il prossimo anno ho in progetto di ampliare il sito e perfezionarlo, magari coinvolgendo anche il sesso maschile o inserendo spazi per la pubblicità». Mariangela Modafferi