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 2009  gennaio 02 Venerdì calendario

Corsivo. ItaliaOggi, venerdì 2 gennaio 2009 Non basta morire impiccati di propria mano. Bisogna anche essere accompagnati al cimitero dalle buone parole di Rosa Russo Jervolino, sindaco di Camorra City e campionessa di virtù cristiane_ pardon, democristiane: «Giorgio Nugnes? Suicidandosi ha avuto un sussulto di dignità

Corsivo. ItaliaOggi, venerdì 2 gennaio 2009 Non basta morire impiccati di propria mano. Bisogna anche essere accompagnati al cimitero dalle buone parole di Rosa Russo Jervolino, sindaco di Camorra City e campionessa di virtù cristiane_ pardon, democristiane: «Giorgio Nugnes? Suicidandosi ha avuto un sussulto di dignità. Trovandomelo davanti, gli avrei dato, con materno affetto, due sganassoni». Materno affetto? Sganassoni? Dignità? Sussulto? Ci si accanisce così sui cadaveri soltanto nei fumetti di Dylan Dog e nei film di Quentin Tarantino. Si trattasse almeno d’una dichiarazione pubblica, di cui Rosa Russo Jervolino, che ancora occupa la poltrona di primo cittadino ma che è un ex sindaco già da molti mesi, si prende interamente la responsabilità, dalla prima all’ultima parola, pronta a difendere la sua opinione in ogni circostanza, senza riguardi per nessuno. Questo è ciò che penso, e lo dico apertamente e coraggiosamente sul muso di vedove, orfani e compagni di partito. No, invece. Questa sospensione a sorpresa della carità democristiana e d’ogni apparenza d’amore per il prossimo è un «fuori onda». una confidenza fatta ai magistrati (per arruffianarseli un po’, hanno subito chiosato le malelingue) durante una deposizione datata 17 dicembre 2008. Forse Rosa Russo Jervolino, mentre sacrificava all’istinto di sopravvivenza e alla ragion politica il rispetto che si deve ai defunti, anche a quelli «sfrantummati», come li definisce lei in slang partenopeo, sperava che la Procura napoletana portasse rispetto, se non alla sua persona e alla fascia tricolore, almeno al segreto istruttorio. Naturalmente era una speranza infondata e i verbali della deposizione (sganassoni, sussulti di dignità, affetto materno, «sfrantummatezze» e tutto) sono finiti in prima pagina e per così dire sotto l’albero di Natale della giunta napoletana. Intendiamoci: il sindaco (attaccatissimo alla poltrona, una cozza) del capoluogo campano non è il solo, sulla barca democratica che affonda, a tagliare le dita degli altri naufraghi quando, presi a schioppetate dai pirati e inseguiti dagli squali, cercano d’issarsi a bordo dell’ultima scialuppa. Francesco Rutelli, per esempio, ha dato della «persona molto esuberante» e in buona sostanza del millantatore all’onorevole Enzo Lusetti, amico d’Alfredo Romeo e di Giorgio Nugnes, l’assessore suicida, nonché fedelissimo, fino a ieri l’altro, dello stesso Rutelli. Ma almeno Lusetti è vivo e vegeto. Può sempre difendersi, se vuole, a differenza del povero Nugnes, che Rosa Russo Jervolino ha scaricato da morto, commentando con umorismo nero la sua impiccagione. Prima di tutto viene il potere: la giunta cittadina, quella regionale. Niente elezioni anticipate, in Campania, finchè il Partito democratico non ha ritrovato la forma. Ma è possibile recuperare credito politico quando l’elettorato di riferimento è furioso e la magistratura (anch’essa, fino a tempi recenti, di riferimento) non ha nessuna intenzione di mollare la presa? Diego Gabutti