Annuario Panorama 2008, 2 gennaio 2009
Mumbai, il centro economico e finanziario dell’India, si trova al centro di un attacco terroritico la sera del 26 novembre
Mumbai, il centro economico e finanziario dell’India, si trova al centro di un attacco terroritico la sera del 26 novembre. Un gruppo di circa quindici guerriglieri compie una serie di azioni coordinate nella zona meridionale della città, quella più ricca e turistica. I terroristi, arrivati in nave, usano armi automatiche e granate, cominciano a sparare alla stazione ferroviaria Chatrapati Shivaji e al Leopold’s Café. Si spostano poi nei due più grandi hotel della città: il Taj Mahal Palace e l’Oberoi. Qui si barricano tenendo in ostaggio centinaia di persone. La polizia e l’esercito indiani intervengono con grave ritardo. Il conflitto si concentra nella zona degli alberghi e dura 62 ore. Sette italiani rimangono intrappolati nell’Oberoi, una di loro ha una bambina di pochi mesi. Verranno liberati tutti. Antonio Di Lorenzo, consulente finanziario in viaggio d’affari, viene ucciso dall’esplosione di una granata. Nel centro ebraico ortodosso di Chabad vengono inoltre trucidati sei ostaggi ebrei. Alla fine, il bilancio è di quasi 200 morti (di cui 30 stranieri) e oltre mille feriti. Gli assalitori muoiono tutti, tranne uno, Amir Kasav, di 21 anni. I servizi segreti indiani e americani escludono la pista di al Qaeda. L’ipotesi più accreditata è che l’operazione sia stata portata a termine da Lashkar-e-Toiba, l’organizzazione islamista che ha firmato i principali attentati degli scorsi anni in India e che opera soprattutto nella zona del Kashmir. Il suo quartiere generale è a Lahore, in Pakistan, il Paese da cui provenivano gli assalitori. Il governo indiano ha accusato l’intelligence pakistana, l’Isi, di aver appoggiato e addestrato il movimento islamista. Si riaccende così la tensione tra due paesi in continuo conflitto, entrambi in possesso di arme atomiche. Intanto il ministro dell’interno indiano Shivraj Patil si è dimesso assumendosi la «responsabilità morale» di non aver saputo difendere Mumbai. Gli attentati di Mumbai hanno reso sempre più fragile l’equilibrio nella regione.