Annuario Panorama 2008, 2 gennaio 2009
Segretario di Stato. Alla fine di agosto a Denver la convention del Partito democratico incorona Obama candidato alle presidenziali di novembre
Segretario di Stato. Alla fine di agosto a Denver la convention del Partito democratico incorona Obama candidato alle presidenziali di novembre. Quello stesso giorno, dopo quasi sei mesi di testa a testa, Hillary Clinton annuncia la fine della sua corsa promettendo «totale sostegno» al senatore afro-americano. Obama, una volta diventato presidente, la ricambierà con la prestigiosa nomina a segretario di Stato (il nostro ministro degli Esteri): «Ha fermezza e intelligenza. una formidabile americana, conosce molti dei leader del mondo, avrà la mia completa fiducia». Con dalla sua un’esperienza senza rivali (due legislature in Senato dopo otto anni da first lady), circondata da uno staff che era una vera e propria macchina da guerra (e da soldi), appena scesa in campo Hillary era data da tutti per imbattibile. Ma contro Obama ha perso soprattutto per errori di strategia. Innanzitutto la campagna aggressiva nei confronti del rivale, tutta basata sulla sua presunta inesperienza, l’ha avvolta per mesi in un ruolo di eccessiva efficienza, facendo passare un messaggio di freddezza se contrapposto alla parabola della speranza e del cambiamento proposta da Obama. Anche la presenza costante del marito Bill al suo fianco, spesso nel ruolo di protagonista, ha finito per farle assumere un’immagine di ambizione e potere, dinastia del già visto, limitando la portata femminile della sua candidatura.