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 2008  dicembre 28 Domenica calendario

Il Sole-24 Ore, domenica 28 dicembre 2008 Nel 2009 il mercato dei bond in euro dovrà fare i conti con il temuto effetto destabilizzante del collocamento di almeno 300 miliardi di obbligazioni bancarie garantite dagli Stati membri dell’Unione monetaria: i "ggb" (government guaranteed bond), l’unica innovazione finanziaria degna di nota di un’annata, il 2008, che passerà alla storia per la sua forza distruttiva piuttosto che per la creatività

Il Sole-24 Ore, domenica 28 dicembre 2008 Nel 2009 il mercato dei bond in euro dovrà fare i conti con il temuto effetto destabilizzante del collocamento di almeno 300 miliardi di obbligazioni bancarie garantite dagli Stati membri dell’Unione monetaria: i "ggb" (government guaranteed bond), l’unica innovazione finanziaria degna di nota di un’annata, il 2008, che passerà alla storia per la sua forza distruttiva piuttosto che per la creatività. Le obbligazioni bancarie in Eurolandia in scadenza tra il 2009 e il 2010 si contano in migliaia di miliardi: ne dovranno essere rimborsate nel biennio per 200 miliardi dalle sole banche italiane, secondo quanto calcolato dalla Consob. Se il mercato primario dovesse rimanere chiuso o semi-chiuso nel 2009 come è avvenuto nel 2008, e se la domanda per titoli con rischio-banca dovesse continuare a concentrarsi su una stretta rosa di nomi con elevata reputazione e solidità di bilancio, allora molti istituti di credito saranno costretti (per contenere il costo della raccolta) a ricorrere alla garanzia pubblica rilasciata finora da dieci Stati membri dell’Unione monetaria e che ammonta, in linea teorica (cioè come impegno massimo potenziale dei Governi), a 1.700 miliardi di euro secondo le stime di Bnp Paribas. Nel 2008 le emissioni su scala globale di bond con garanzia pubblica secondo Dealogic hanno superato il controvalore di 380 miliardi di dollari: per Bank of America le sole obbligazioni bancarie garantite dallo Stato e denominate in euro hanno raggiunto quota 77 miliardi quest’anno. Si tratta di una vera nuova "asset class" e, dunque, oggetto di analisi approfondita da parte di investitori e studi legali: tanto che si inizia già a tracciare una netta distinzione tra garanzie "buone" e garanzie "cattive". La migliore formula di garanzia pubblica, secondo gli addetti ai lavori, oltre a essere esplicita e diretta, deve anche essere irrevocabile, incondizionata e immediata: lo Stato deve mettere per iscritto nella documentazione del prospetto di collocamento dell’obbligazione bancaria di essere pronto a subentrare immediatamente alla banca in default, per assicurare il pagamento puntuale e integrale dei titoli di debito. Anche credibilità e affidabilità creditizia (il rating) dello Stato garante saranno determinanti nello stabilire il rendimento delle obbligazioni bancarie garantite, cioè il premio offerto sopra il rendimento dei titoli di Stato e sopra i tassi di riferimento (swap a tasso fisso contro Euribor). In prospettiva tuttavia nel 2009 il costo della raccolta per le banche tramite questa forma di garanzia sarà dettato anche dall’incontro della domanda e dell’offerta: un sovraffollamento di emissioni di bond bancari con garanzia pubblica e di titoli di Stato in euro (nel primo trimestre 2009 è atteso un boom di collocamenti obbligazionari) manterranno alto il premio a rischio, il cosiddetto "spread". Il timore di un eccesso di offerta rispetto alla domanda di bond l’anno prossimo sta già suggerendo agli Stati in Eurolandia di ideare formule di intervento personalizzate sul fronte bancario. La Francia per esempio ha istituito la Sfef (Société de financement de l’économie française), società-veicolo posseduta al 34% dallo Stato e al rimanente 66% dalle banche e non contabilizzata nei conti pubblici: Sfef emette obbligazioni garantite dallo Stato (Aaa/AAA) e riversa la provvista alle banche dietro riscossione di una commissione. La Sfef ha già collocato 11 miliardi di obbligazioni quest’anno e ne sono stati programmati altri 14 miliardi entro la fine del marzo 2009: ma potenzialmente potrà emettere fino a 265 miliardi di bond. La Sfef è un meccanismo contorto ma si tiene alla larga dal debito pubblico: a differenza dei criteri di Maastricht il mercato può decidere di includere nel conteggio del debito pubblico anche garanzie statali, le iniezioni di capitale e le emissioni di agenzie e società-veicolo. Per questo la Grecia ha tagliato corto: collocherà titoli di Stato direttamente presso le banche oggetto di sostegno pubblico. I. B.