Annuario Panorama 2008, 2 gennaio 2009
Bancarotta. La vittima più illustre (fino ad ora) della crisi finanziaria si chiama Lehman Brothers: è la quarta banca d’affari americana, con 158 anni di vita alle spalle
Bancarotta. La vittima più illustre (fino ad ora) della crisi finanziaria si chiama Lehman Brothers: è la quarta banca d’affari americana, con 158 anni di vita alle spalle. A causa dei mutui subprime (mutui fasulli, in cui chi ha preso i soldi in prestito troppe volte non è stato in grado di restituirli) s’è trovata con 53 miliardi di ”titoli illiquidi”, cioè pezzi di carta che nessuno voleva più comprare e che quindi valevano zero; una perdita solo nell’estate 2008 di 3,9 miliardi di dollari. I debiti assommavano a 613 miliardi. La banca ha chiesto aiuto al ministro del Tesoro americano Henry Paulson e questi ha tentato di adottare una soluzione in stile Alitalia: creare una bad company, dove infilare tutti i problemi di Lehman; e una good company, dove tenere la roba buona da vendere. Della bad company avrebbe dovuto farsi carico una decina di grandi banche americane, un pezzetto ciascuna. La compagnia buona doveva essere comprata da Barclays, grande banca inglese. Constatato che Barclays avrebbe comprato solo con una garanzia dello Stato e che le dieci banche destinate a prendersi in carico la bad company non ne volevano sapere, il Tesoro e la Fed hanno abbandonato al suo destino Lehman, autorizzando così il più grande fallimento della storia americana. L’istituto aveva chiuso il 2007 con utili record a quota 4,2 miliardi di dollari. Erano, evidentemente, utili di carta straccia.