La Stampa 2/1/2009, 2 gennaio 2009
BAGHDAD
La «Zona verde» di Baghdad, città proibita che ospita la maggior parte degli edifici governativi e delle sedi diplomatiche, interdetta alla maggior parte degli iracheni e controllata dalle forze Usa, è passata ieri sotto il controllo delle autorità locali. E sempre ieri, a quasi sei anni dall’inizio dell’invasione, la responsabilità dell’aeroporto di Bassora è tornata agli iracheni, dopo il ritiro dei militari britannici.
L’ex residenza presidenziale di Saddam Hussein, che nel 2003 ha ospitato gli uffici del governatore Usa Paul Bremer e successivamente è stata la sede dell’ambasciata americana, ieri è stata teatro della cerimonia del passaggio di consegne del perimetro super-protetto di Baghdad, sulle carte denominato «Zona internazionale», dove continueranno ad avere sede molte ambasciate straniere e i palazzi governativi. Per timore di attentati terroristici, prima e durante la cerimonia nella capitale sono state messe in atto strettissime misure di sicurezza. «Un anno fa, si pensava che un simile evento potesse essere solo un sogno, ma oggi diventa realtà, è il giorno che aspettavamo, la sovranità è stata ripristinata», ha dichiarato il premier iracheno Nuri al-Maliki, parlando alla Sala dell’Arsenale.
Il passaggio di consegne, avvenuto allo scadere del mandato Onu che dal 2003 ha regolato la presenza delle forze della coalizione, è uno dei primi effetti dell’accordo di sicurezza stipulato tra Baghdad e Washington che prevede, tra l’altro, la permanenza degli attuali 140 mila soldati Usa in Iraq fino alla fine del 2011. Un decreto del governo iracheno ha stabilito che d’ora in poi il primo gennaio sarà ricordato come il «giorno nazionale della sovranità». Il ministro della Difesa, Abd al-Qadir al-Jassim, ha sottolineato l’importanza delle forze di sicurezza: «Il nostro esercito è pronto ad assumere la piena responsabilità. L’Iraq torna a esser protetto dai suoi stessi cittadini».
Da ieri gli uomini della «Brigata Baghdad» si sono sostituiti nei punti di controllo e nelle altre postazioni-chiave alle unità americane e alle società di contractors. In tutto, entro la prossima estate, i circa 14 mila militari Usa fino a ieri responsabili del perimetro torneranno a casa o saranno dislocati altrove. Contingenti ridotti di guardie ugandesi e peruviane continueranno a stazionare per i prossimi nove mesi ai check-point. Il drappo nazionale iracheno sventola da oggi anche sull’aeroporto internazionale di Bassora, dal 2003 sotto controllo delle truppe britanniche, che continueranno ad avere il loro quartier generale in un’ala del perimetro aeroportuale, ma che entro il 31 luglio 2009 si ritireranno definitivamente. /Venti guardie che scortavano un responsabile locale afghano sono state uccise ieri in un’imboscata dei taleban nella provincia di Helmand (sud del paese). Le vittime sono tutte membri della scorta di sicurezza di Abdul Salam, capo del distretto Musa Qala. Secondo le fonti del governo, I combattenti islamici hanno ucciso anche una donna, madre di uno dei soldati, che chiedeva di risparmiare la vita al figlio. La provincia di Helmand è una delle roccaforti dei taleban, che hanno già rivendicato l’attentato.
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